Apple si oppone al monitoraggio degli utenti

Apple si oppone al Cybersecurity Information Sharing Act (CISA), al vaglio del Senato USA, poiché potrebbe invadere la privacy degli utenti.
Apple si oppone al Cybersecurity Information Sharing Act (CISA), al vaglio del Senato USA, poiché potrebbe invadere la privacy degli utenti.

Apple rinnova il proprio impegno per la protezione della privacy degli utenti e, nella serata di ieri, ha dichiarato pubblicamente la propria opposizione alle nuove misure di controllo e monitoraggio al vaglio del Senato statunitense. La società ha infatti espresso forti dubbi sul Cybersecurity Information Sharing Act (CISA), una misura che potrebbe aumentare i poteri a livello governativo per accedere ai dati degli utenti.

Sin dai tempi dello scandalo NSA, Apple si è apertamente schierata a favore della privacy degli utenti, considerata dalla società di Cupertino come un diritto inviolabile dei propri clienti. Una scelta che ha portato, in iOS 8 e iOS 9, a una nuova forma di crittografia dei dati personali, tanto che gli stessi non sono accessibili dalla stessa azienda e, pertanto, non disponibili per la consegna in caso di richiesta da parte delle autorità. Un fatto che ha generato alcune polemiche nell’ultimo anno, in particolare dalle forze di polizia a stelle e strisce.

In un aggiornamento pubblicato dal Washington Post, Apple ha preso posizione nei confronti del CISA, un provvedimento che sembra trovare appoggio bipartisan tra i politici a stelle e strisce. Sebbene la proposta sia stata originariamente pensata per combattere le minacce alla sicurezza online, come hacker e cracker, potrebbe sussistere un pericolo di sorveglianza governativa sugli utenti.

Non supportiamo l’attuale proposta CISA. La fiducia dei nostri clienti significa tutto per noi e non crediamo che la sicurezza debba giungere a discapito della loro privacy.

Così come sottolinea 9to5Mac, numerose altre realtà dell’universo tecnologico hanno espresso dubbi sul CISA, tra cui Yelp, Reddit, Twitter, Wikimedia, Google, Facebook e Yahoo. Ron Wyden, senatore dell’Oregon, ha fatto sapere che la presa di posizione delle aziende tecnologiche sia indicativa di quanto la proposta non sia ancora pronta per un’applicazione finale.

Nella giornata di lunedì, in occasione dell’incontro per il WSJLive, il CEO Tim Cook aveva già espresso un parere sulla questione dei controlli da parte delle istituzioni in merito ai dati personali, specificando di non ritenere debba esistere una backdoor affinché le agenzie centrali possano accedere a questi dati.

Nessuno dovrebbe scegliere tra privacy e sicurezza. Dovremmo essere sufficientemente intelligenti per garantire entrambe.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti