Play Store segnala le app contenenti pubblicità

Le schede delle applicazioni Android distribuite sulla piattaforma Play Store di Google hanno iniziato a segnalare agli utenti la presenza di advertising.
Le schede delle applicazioni Android distribuite sulla piattaforma Play Store di Google hanno iniziato a segnalare agli utenti la presenza di advertising.

Un’informazione trasparente e completa è necessaria per acquisire e mantenere la fiducia degli utenti. Ecco perché la piattaforma Play Store ha iniziato a segnalare, all’interno delle schede relative alle applicazioni Android, se il software contiene inserzioni pubblicitarie. Si tratta di una formula parecchio utilizzata dagli sviluppatori, per monetizzare il lavoro effettuato pur offrendo un download gratuito.

L’indicazione viene fornita nella modalità visibile con lo screenshot allegato di seguito: la scritta “Contains ads” (con tutta probabilità “Contiene pubblicità” in italiano) compare a fianco dell’eventuale “Acquisti in-app”. La novità (attivata lato server) ancora non riguarda la totalità dell’utenza, dei dispositivi e dei territori, ma il rollout arriverà presto a interessare chiunque. Si tratta di un’aggiunta annunciata lo scorso anno dal gruppo di Mountain View e che finalmente ha iniziato ad essere introdotta. Queste le indicazioni fornite nel mese di novembre da bigG alla community di sviluppatori.

Devi dichiarare se la tua app contiene o meno annunci (ad esempio annunci pubblicati tramite reti pubblicitarie di terze parti, annunci display, annunci nativi e/o annunci banner) nella relativa pagina “Prezzi e distribuzione”. Una volta che la funzione viene introdotta a livello globale, nella pagina della scheda dello store delle app contenenti annunci verrà mostrata un’etichetta “Annunci”.

La scheda dell'applicazione AIDA64 su Play Store, che segnala la presenza di pubblicità

La scheda dell’applicazione AIDA64 su Play Store, che segnala la presenza di pubblicità

Chi crea un’app ha a disposizione diversi metodi per generare profitti dal proprio lavoro: uno è quello di vendere il software ad un prezzo prestabilito con la spesa richiesta al momento del download, c’è poi chi sceglie di ricorrere alla formula degli acquisti in-app e infine coloro che preferiscono finanziarsi mostrando banner e advertising all’interno dell’interfaccia oppure tra una schermata e l’altra. Per Google, indipendentemente dalla forma di business scelta, l’importante è che se ne metta al corrente l’utenza ancor prima di scaricare un software.

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