Netflix, il futuro è locale

Il futuro di Netflix sarà locale, sia con produzioni geografiche distribuite globalmente che con contenuti più specifici: è quanto emerge dall'ultimo APOS.
Il futuro di Netflix sarà locale, sia con produzioni geografiche distribuite globalmente che con contenuti più specifici: è quanto emerge dall'ultimo APOS.

Il futuro di Netflix potrebbe declinarsi con una produzione più mirata di contenuti locali. Dopo la modalità di visione HDR, annunciata poche settimane fa e con 100 ore di serie TV e film in arrivo entro l’estate, la nuova sfida è sui mercati emergenti. Sembra essere questo il nuovo obiettivo del gruppo, almeno stando a quanto dichiarato dal CEO Reed Hastings, a margine del summit Asia Pacific Pay-TV Operators (APOS).

Netflix continuerà a investire in produzioni internazionali, disponibili contemporaneamente in tutto il mondo, ma anche in contenuti pensati per un mercato più locale. Non solo con grandi produzioni trasmesse in ogni nazione dove il gruppo opera, si pensi alla francese “Marseilles” o al film “Okja” dalla Corea del Sud, ma anche con contenuti più specifici. Una scelta non solo per accrescere il proprio market share nei tanti Paesi dove Netflix è sbarcato lo scorso gennaio, ma anche per superare certe limitazioni sui diritti ancora legate a distribuzioni geografiche.

Stiamo aggiungendo molti contenuti in tutto il mondo, speriamo di produrre contenuti in tutto il mondo. Questo è il futuro di Netflix: produzioni locali, distribuzione globale.

Secondo quanto riferito da CNBC, la strategia potrebbe rispondere alla necessità di conquistare più abbonati a livello internazionale, anche per soddisfare le richieste degli investitori e degli analisti di borsa. Nonostante un sempre crescente numero di clienti, la testata statunitense spiega come Netflix guadagni più dai consumatori a stelle e strisce rispetto a quelli nelle altre nazioni del mondo.

Non è però tutto, poiché la produzione locale, seppur distribuita globalmente, potrebbe rispondere ad alcune lacune sui mercati più complessi, dove i diritti di distribuzione non sono facili da conquistare. Ad esempio, tra le 130 nazioni dove Netflix è disponibile, in molte mancano alcuni titoli di punta quali “House of Cards”. In Italia il titolo non è presente sulla piattaforma perché distribuito sullo Stivale dalle frequenze di SKY. In Indonesia, invece, il gruppo starebbe affrontando dei duri ostacoli per via di alcuni ISP locali, che non consentono la distribuzione di contenuti non considerati consoni per la cultura autoctona. Netflix si dimostra tuttavia ottimista sulle sfide che, soprattutto per la conquista della Cina, dovrà affrontare ogni giorno:

Se si pensa ad Apple, sono serviti sei anni per raggiunger un accordo con China Mobile. Sono stati molto pazienti. Quindi non credo sia tardi per Netflix. Speriamo non servano sei anni per noi, ma stiamo lavorando con i partner per comprendere il mercato e trovare il giusto modo per entrarvi.

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