252 siti Web sospesi dall'Antitrust italiana

L'AGCM blocca 252 siti Web che non fornivano informazioni veritiere agli acquirenti italiani: i siti fanno tutti riferimento a 9 gruppi non italiani.
L'AGCM blocca 252 siti Web che non fornivano informazioni veritiere agli acquirenti italiani: i siti fanno tutti riferimento a 9 gruppi non italiani.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha disposto la sospensione entro 48 ore di «ogni attività diretta a diffondere i contenuti» di 252 siti Web facenti capo a 9 operatori per il commercio online. L’intervento non ferma l’attività degli operatori stessi, ma inibisce bensì l’accesso ai rispettivi riferimenti online «in via cautelare», il tutto a causa di «pratiche commerciali scorrette e ingannevoli».

I siti inibili fanno capo a gruppi quali Yao Tom, Lee Fei, Geryi Wang, Joseph Kerr, Li Yuanliang, Justin Gaudio, Trani Johanna, Wang Jian Pin e Zhou Tian He: sono sufficienti i nomi per intuire quale possa essere il riferimento geografico dei gruppi messi all’indice, ai quali viene imputata nello specifico anche l’omissione sull’identità e sull’indirizzo geografico della sede. Le segnalazioni, ricevute da Adoc e Indicam, hanno spinto l’AGCM ad agire a tutela del consumatore in virtù di informazioni non corrispondenti al vero in merito a natura e caratteristiche dei prodotti, nonché all’utilizzo di diversi marchi. Questione di sicurezza e di lotta alla contraffazione, insomma, per una operazione che si limita al momento ad inibire la visita ai siti in attesa di eventuali regolarizzazioni.

Spiega il comunicato AGCM: «Sui 252 siti di cui è stata disposta la sospensione, venivano venduti prodotti di varia natura come occhiali da sole di note marche commerciali, considerati anche pericolosi perché alcune loro caratteristiche – dalla protezione dei raggi UV alla qualità delle lenti – non corrisponderebbero a quelle indicate. Oppure scarpe da passeggio e da ginnastica che su numerosi campioni sequestrati rivelavano la presenza di cromo esavalente, una sostanza altamente tossica o di un’altra denominata Dmf, una preparazione anti-muffa presente per lo più nei sacchetti inseriti nelle scatole delle calzature».

Il nucleo Antitrust della Guardia di Finanza sarà il braccio armato che eseguirà quanto necessario per inibire l’accesso ai siti. In caso di inottemperanza, spiega ancora AGCM, verrà applicata una sanzione amministrativa pecuniaria tra i 10 mila ed i 5 milioni di euro, fino ad arrivare in caso di reiterazione ulteriore ad una sospensione dell’attività di impresa fino a 30 giorni. Quello dell’AGCM è insomma un avviso circostanziato e preciso, un monito al fine di portare i responsabili ad una regolarizzazione delle loro attività commerciali sul territorio italiano. Per l’utente si tratta di una tutela fondamentale poiché, in assenza della necessaria consapevolezza delle possibilità di raggiro riscontrabili online, la truffa potrebbe essere dietro l’angolo ed i pericoli nell’uso di prodotti contraffatti potrebbe determinare effetti deleteri.

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