Pokémon GO, malware e altri pericoli

Pokémon GO è il gioco del momento, ma gli utenti potrebbero incappare in fastidiosi inconvenienti (reali e virtuali) durante la caccia ai piccoli mostri.
Pokémon GO è il gioco del momento, ma gli utenti potrebbero incappare in fastidiosi inconvenienti (reali e virtuali) durante la caccia ai piccoli mostri.

Da qualche giorno è scoppiata la Pokémon-mania in tutto il mondo. Anche se disponibile in pochi paesi (Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Giappone), il gioco Pokémon GO per iOS e Android ha già riscontrato un enorme successo, grazie alla possibilità di installarlo in maniera alternativa (in Italia arriva il 15 luglio). Nelle ultime ore sono iniziate a circolare diverse segnalazioni sui rischi (reali e digitali) che gli utenti potrebbero correre durante la ricerca dei mostriciattoli della Nintendo.

Pokémon GO, sviluppato dal team Niantic, sfrutta la tecnologia della realtà aumentata per mostrare sullo schermo dello smartphone l’ambiente reale, sul quale sono sovrapposti Pikachu e compagni. Molti utenti hanno notato alcune stranezze nel gioco, come la posizione dei Poké Stop (stazioni di polizia, cimiteri o sexy shop), mentre altri hanno pubblicato screenshot su Pokémon comparsi nella stanza di un ospedale o in chiesa durante un funerale.

Una ragazza di 19 anni ha invece casualmente scoperto un cadavere nel Wind River presso Riverton (Wyoming) durante il tentativo di catturare un Pokémon. Quattro persone sono state arrestate in Missouri per rapina a mano armata. Utilizzando un beacon, i sospettati hanno richiamato i Pokémon in un luogo e quindi i giocatori che tentavano di catturarli. Twitter è stato nel frattempo inondato di messaggi scritti da persone che hanno ricorso i Pokémon per ore intere.

Oltre ai pericoli reali ci sono ovviamente anche quelli digitali. Dato che molti utenti non vogliono aspettare il rilascio ufficiale (tra l’altro il rollout è stato momentaneamente sospeso, in quanto l’eccessivo traffico ha mandato in crash i server), alcuni malintenzionati hanno subito approfittato dell’occasione per infettare gli smartphone Android con un RAT (Remote Access Tool), denominato DroidJack, nascosto all’interno di un falso file APK (quello vero può essere scaricato dal sito APK Mirror).

Questo malware chiede di concedere il permesso di effettuare chiamate, inviare messaggi, accedere ai contatti e alla cronologia web, registrare audio e modificare la connessione di rete. I malcapitati potrebbe quindi ritrovarsi con il credito azzerato e con i dati personali inviati ad un server remoto. Per evitare rischi è consigliabile attendere la distribuzione dell’app ufficiale.

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