I robot ci ruberanno il lavoro

Nessuno scenario forzatamente pessimista o post-apocalittico basato su romanzi sci-fi, ma una prospettiva sulla quale è necessario iniziare a discutere.
Nessuno scenario forzatamente pessimista o post-apocalittico basato su romanzi sci-fi, ma una prospettiva sulla quale è necessario iniziare a discutere.

Qualcuno l’ha definita la Quarta Rivoluzione Industriale, c’è chi ne ha delineato i contorni con tono allarmista, altri ancora ne hanno intravisto le potenzialità per evolvere il proprio modello di business. Una cosa è certa: il progresso tecnologico ridisegnerà (nuovamente) le dinamiche che oggigiorno regolano il mondo del lavoro. E si tratterà di un cambiamento tanto radicale quanto repentino, con il quale si dovranno necessariamente fare i conti nell’immediato futuro.

Entro il 2021 arriverà un’onda anomala e dirompente. Soluzioni basate sull’intelligenza artificiale e sulle tecnologie cognitive sostituiranno gli impieghi attuali, con l’impatto più grande sui settori dei trasporti, della logistica, dei servizi al pubblico e dell’assistenza ai clienti.

È la previsione formulata dell’analista Bryan Hopkins di Forrester. L’automazione, la robotica e l’intelligenza artificiale saranno i vettori trainanti di un mutamento che si prospetta epocale. Il 6% dei posti di lavoro attualmente occupati da personale in carne ed ossa negli Stati Uniti verrà rimpiazzato da soluzioni tecnologiche entro cinque anni. La percentuale è alta, altissima, potenzialmente in grado di spostare gli equilibri a livello nazionale (e non solo), dal punto di vista economico (e non solo). Sarà d’obbligo immaginare nuovamente una collocazione per chi andrà ad essere sostituito dalle macchine, agendo anzitempo per trasformare in opportunità ciò che altrimenti rischia di rivelarsi un tracollo a livello occupazionale.

Si prenda in considerazione il settore dei trasporti, ad esempio. Sistemi come quelli legati alla guida autonoma sono pronti a prendere il posto dei conducenti, sia per quanto riguarda i servizi ai passeggeri che per la movimentazione delle merci. IA e machine learning porteranno alla creazione di algoritmi e software capaci di gestire senza difficoltà parte dei compiti oggi svolti da esseri umani (si pensi agli help desk dove l’avvicendamento ha già preso il via). C’è poi chi immagina l’impiego di droni per la consegna dei prodotti, con buona pace di corrieri e servizi postali.

Paradossalmente, al contrario di quanto si potrebbe essere portati a pensare, non saranno tanto le fabbriche e le catene di montaggio a risentirne (lì l’automazione è già ben integrata), bensì gli uffici amministrativi e più in generale il settore terziario. Ad affermarlo è una voce autorevole come quella del World Economic Forum, che nello studio The Future of Jobs pubblicato a gennaio fa riferimento senza troppi giri di parole a colletti bianchi decimati. Una prospettiva che desta più di qualche preoccupazione e sulla quale, che piaccia o no, bisogna iniziare a discutere e ragionare fin da subito. Un ennesimo argomento da trattare nella più ampia discussione su tutto ciò che implica l’evoluzione delle soluzioni intelligenti e tecnologicamente avanzate.

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