Daddy's Car: l'IA che canta come i Beatles

Un sistema di intelligenza artificiale emula lo stile dei Fab Four, con un brano pop: il testo è scritto dal musicista e produttore francese Benoît Carré.
Un sistema di intelligenza artificiale emula lo stile dei Fab Four, con un brano pop: il testo è scritto dal musicista e produttore francese Benoît Carré.

Il prossimo anno Sony pubblicherà un album musicale composto da canzoni scritte interamente da un’intelligenza artificiale. È il progetto messo in campo dal CSL Research Laboratory del gruppo nipponico, di cui oggi è possibile ascoltare un brano in anteprima. Si intitola “Daddy’s Car” ed è suonato dall’IA sulla base dello stile dei Beatles.

Una doverosa precisazione: il testo e l’arrangiamento delle armonie sono stati curati dal musicista e produttore francese Benoît Carré. Il processo di creazione si basa sull’impiego di un complesso sistema chiamato Flow Machines, istruito per apprendere i fondamenti dei diversi stili analizzando un vasto database di canzoni (circa 13.000) e prendendo in considerazione fattori come la tipologia degli strumenti suonati, la struttura delle composizioni, la sezione ritmica e molto altro ancora. L’iniziativa richiama alla mente The Next Rembrandt, ma applicata alla musica anziché alla pittura.

Un altro brano tratto dall’album in uscita il prossimo anno è “Mr Shadow”. In questo caso, l’intelligenza artificiale si è ispirata allo stile di autori statunitensi come Irving Berlin, Duke Ellington, George Gershwin e Cole Porter.

I computer sostituiranno dunque i compositori in carne ed ossa e il loro estro creativo? No, di certo non nel breve periodo. O almeno c’è da augurarsi che non accada. Il progetto va inteso più che altro come un esercizio di stile, come l’ennesima dimostrazione delle enormi potenzialità messe a disposizione da sistemi IA, di machine learning e dalle reti neurali, che vanno ben oltre il semplice calcolo matematico o la ricerca scientifica. Anzi, guardando l’idea da una prospettiva differente, tecnologie simili potrebbero un giorno essere impiegati dai musicisti come strumenti di supporto alle proprie esibizioni: si immagini ad esempio una jam session in cui un artista suona accompagnato dall’IA, interagendo con il software in maniera dinamica, creando progressioni di accordi e ritmiche non predeterminate, frutto dell’ispirazione e del momento, il tutto in tempo reale.

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