Che ne è del Digital Champion?

Riccardo Luna saluta e resta vacante la carica di campione digitale di un Paese, quello governato da Renzi, dove si sono fatte molte nuove scommesse.
Riccardo Luna saluta e resta vacante la carica di campione digitale di un Paese, quello governato da Renzi, dove si sono fatte molte nuove scommesse.

Riccardo Luna ha detto addio all’incarico di Digital Champion, dopo due anni esatti. Sono cambiate molte cose nel frattempo, non tanto nel livello digitale della nazione, ancora piuttosto basso, ma nell’organigramma sull’agenda digitale che ora vede al vertice un Commissario Straordinario per la sua attuazione, Diego Piacentini. Ci si chiede dunque che fine farà la figura di Digital Champion: ci sarà un successore, oppure verrà accumulata? I digital champions che fine fanno? E il nuovo team di Piacentini che rapporto avrà con l’Agid e con gli altri mille rivoli degli enti e loro competenze?

Il digital champion ha salutato con un articolo sull’Huffington Post che tira le somme di un’attività forse non perfettamente riuscita ma che comunque ha portato avanti il tema del digital divide italiano in tutte le sedi, provando anche a creare una rete associativa di campioni digitali – criticatissima, con qualche ragione, e sciolta in gennaio – e influenzando le più importanti risorse educative e culturali del Paese, a partire dalla Rai. Il compito è finito (Luna andrà all’agenzia Agi) e il suo responsabile tira un bilancio che contiene un giudizio sulle forti novità impresse ancora una volta da Matteo Renzi su questa agenda digitale italiana che fatica a prendere un buon passo:

Con questa mossa (la nomina di Piacentini) il digitale per anni considerato un settore a parte e marginale della agenda politica è entrato nella stanza dei bottoni, quella dove si fanno le strategie e si prendono le decisioni più importanti. È esattamente quello per cui in tanti ci siamo battuti in questi anni. (…) Mi è sembrato il momento giusto per fare un passo indietro, anzi di lato (…) Era giusto riconsegnare la fascia da capitano. Era giusto per ragioni istituzionali: per evitare confusione di ruoli e di voci e dare tutta la forza possibile al nuovo commissario.

Già, «confusione di ruoli», dice Riccardo Luna. Ma è davvero così? Qui sta il punto: capire come si organizzeranno vecchi e nuovi staff dentro questo obiettivo comune, rafforzato dalla presenza del commissario straordinario. In sostanza, capire nei prossimi giorni, settimane e probabilmente anche mesi chi fa che cosa e chi comanda. Stando all’articolo 63 del Codice dell’amministrazione digitale, ci sono pochi dubbi: Diego Piacentini ha poteri straordinari, svolgendo secondo mandato diretto della presidenza del Consiglio “funzioni di coordinamento operativo dei soggetti pubblici”, esercita non soltanto poteri di impulso nei confronti delle pubbliche amministrazioni (compresa l’Agid) ma ha anche un “potere sostitutivo in caso di inadempienze gestionali o amministrative relative all’attuazione delle misure necessarie” entro trenta giorni dalla notifica all’ente. In altri termini, Piacentini coordina, decide, imprime e se le cose non vanno, sostituisce.

Nel comma sei forse c’è la risposta sul futuro del Digital Champion, che parrebbe assorbito dentro questa nuova figura. Si legge infatti che il Commissario:

Rappresenta il presidente del Consiglio nelle sedi istituzionali internazionali nelle quali si discute di innovazione tecnologica, agenda digitale europea e governance di Internet e partecipa, in ambito internazionale, agli incontri preparatori dei vertici istituzionali al fine di supportare il Presidente del Consiglio dei ministri nelle azioni strategiche in materia di innovazione tecnologica.

Anche se manca l’ufficialità e nessuno per ora ha risposto a questa domanda, forse il futuro Digital Champion ha già un nome: quello di Diego Piacentini.

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