Maker Faire: alla fiera di Roma si cerca un futuro

Quarta edizione per la più grande fiera europea dedicata all’innovazione: 40 Paesi, 700 progetti, ospiti internazionali come Bruce Sterling.
Quarta edizione per la più grande fiera europea dedicata all’innovazione: 40 Paesi, 700 progetti, ospiti internazionali come Bruce Sterling.

Apre i battenti oggi la Maker Faire Rome, la più grande fiera europea dedicata all’innovazione. Stampa 3D, IoT, big data, education, digital fabrication, realtà aumentata, droni, robot, new manufacturing, innovazione open source, healthcare, tutto nella Capitale nel fine settimana.

Per almeno tre giorni la capitale italiana non sarà la città dei trasporti che non funzionano, delle polemiche sui rifiuti o sulla giunta, ma una città europea in tutti i sensi. Poche altre manifestazioni romane (forse alcuni festival culturali) concentrano attenzione, energie, prospettive, quanto la Maker Faire. Un programma troppo lungo per essere citato in un articolo, tra conferenze d’apertura, eventi speciali, appuntamenti nei vari padiglioni, laboratori, talk, con un’ottica particolare per i più piccoli (qui si nota la mano di Riccardo Luna, l’organizzatore) e per la pedagogia della tecnologia. La maker faire si visita come un museo interattivo, un parco giochi tecnologico, ma anche come una fiera delle novità che ci aspettano, come consumatori e come cittadini.

Ritrovare il futuro

Un tema cardine di questa edizione è certamente la necessità di ritrovare il futuro, forse perso di vista nel caos di tutte le novità che ci hanno assalito in pochissimo tempo. In pochi anni alcune tecnologie hanno cambiato il senso della produzione di oggetti, la loro distribuzione, l’economia che l’ha fin qui sorretta; nello stesso arco temporale, il web ha distrutto il valore pubblicitario e la sovranità dei dati dell’informazione standard, grazie a piattaforme che hanno ormai la stessa popolazione e la ricchezza di nazioni o persino continenti.

Ecco perché la Maker Faire non è soltanto “effetto wow!”, ma ha cercato e ottenuto l’attenzione del mondo politico, del lavoro, quello degli intellettuali. Stamattina si è tenuta la conferenza d’apertura con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, Neil Gershenfeld (Massachusetts Institute of Technology e Center for Bits and Atoms), Giorgio Metta (Istituto Italiano di Tecnologia), Bruce Sterling (autore di fantascienza e saggista), James D. Jackson (Intel’s Maker & Innovator Group), Luigi La Spada (Queen Mary University, Londra), Simona Maschi (Copenhagen Institute of Interaction Design), Tim West (Future Food Institute), Bruno Zamborlin (Mogees). Domani, un secondo appuntamento in diretta streaming dalle ore 16 alle 17.30 con la cerimonia di premiazione del R.O.M.E. Prize. Una giuria presieduta da Neil Gershenfeld, Bruce Sterling e Simona Maschi, selezionerà tra una rosa di dieci finalisti, provenienti dalla Call for Makers, il miglior progetto maker con il più alto impatto sociale, che si aggiudicherà un premio di centomila euro.

Eni, main partner Maker Faire 2016

Per la prima volta Eni è Main Partner della manifestazione e ha scelto in questi mesi di sostenere Maker Faire con una lunga serie di iniziative/tappe di avvicinamento. A Roma, sono due le macro-aree tematiche: Digital Energy Life, un’area dedicata al Make Lab creato di recente da Eni all’interno della propria direzione di ICT per trovare in-house soluzioni efficienti ai problemi energetici; Solar Driven Projects, uno spazio dedicato alle tecnologie solari di punta realizzate all’interno del Centro Ricerche per le Energie Rinnovabili e per l’Ambiente di Novara.

Al padiglione 7 i visitatori potranno scoprire i prototipi Eni per la domotica, la sicurezza dell’acqua e quella sul lavoro, concentratori solari luminescenti (LSC), i pannelli fotovoltaici organici ad alta flessibilità (OPV). Tecnologie che affidate alle mani esperte e creative dei makers hanno portato alla realizzazioni di prototipi capaci di coniugare il mondo dell’Internet of Things al miglioramento della vita di tutti i giorni.

Google alla Fiera

Anche Google sarà presente con uno stand di 40 mq e numerose iniziative pensate per il mondo dei maker e degli sviluppatori, oltre a un laboratorio dedicato a studenti e insegnanti delle scuole elementari, medie e superiori. Il primo corner dello stand Google è dedicato a una galleria di dispositivi Android, allestita per mostrare la versatilità del sistema operativo e per approfondire il concetto di tecnologia open source, che consente l’utilizzo gratuito di Android a sviluppatori e produttori di dispositivi per realizzare gratuitamente nuovi progetti in completa autonomia.

Allo stand sarà inoltre possibile scoprire Science Journal, l’app open source sviluppata da Google per permettere a persone di tutte le età di raccogliere, visualizzare e interpretare dati come luminosità, suono e movimento, grazie ai sensori del proprio smartphone. Il team Making & Science di Google sarà inoltre presente per svolgere insieme al pubblico più giovane alcune attività sviluppate con il museo scientifico Exploratorium di San Francisco. Sarà inoltre possibile iniziare a scoprire Computer Science First, il progetto ideato da Google per favorire l’avvicinamento al coding e alla programmazione per i più piccoli. La piattaforma sperimentale offre corsi semplificati di programmazione e un percorso formativo guidato per studenti delle scuole elementari, medie e superiori.

Infine il pubblico di Maker Faire potrà indossare i Google Cardboard e sperimentare con i propri occhi la realtà virtuale, dei video a 360 gradi su YouTube ed Expeditions, il programma didattico di esplorazione del pianeta terra.

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