Schiller: "Puntiamo all'esperienza, non al prezzo"

Phil Schiller parla dei costi elevati dei nuovi MacBook Pro con TouchBar, spiegando come l'azienda investa sull'esperienza d'uso, non sul prezzo.
Phil Schiller parla dei costi elevati dei nuovi MacBook Pro con TouchBar, spiegando come l'azienda investa sull'esperienza d'uso, non sul prezzo.

Apple ha presentato ufficialmente i suoi nuovi MacBook Pro, dei laptop professionali riprogettati sia dal punto di vista del design, con una scocca davvero sottile, che delle funzioni, con l’introduzione dell’innovativa TouchBar. I prezzi dei modelli presentati, tuttavia, potrebbero non essere alla portata di tutti: fatta esclusione per l’esemplare privo di TouchBar, per accaparrarsi i successivi servono 2.099 e 2.299 euro, rispettivamente per i 13 e i 15 pollici. Interrogato sulla questione da CNET, Phil Schiller ha spiegato come Apple non progetti i propri prodotti per il prezzo, bensì per assicurare la migliore esperienza d’uso possibile.

A quanto sembra, la nuova TouchBar dei MacBook Pro sarebbe stata sviluppata nell’arco di due anni, sotto la direzione costante di Jonathan Ive. Per Apple, questa innovazione non è altro che l’inizio di una nuova era per il settore dei laptop, un’idea che potrà portare il computing portatile verso “direzioni davvero interessanti”. Interessanti ma costose, così come sottolinea CNET, poiché questi modelli rappresentano un incremento della spesa di oltre 500-600 euro rispetto alla precedente generazione. Così, tuttavia, Schiller ha voluto giustificare le strategie dell’azienda:

Puntiamo molto sull’affidabilità. Non progettiamo per il prezzo, progettiamo per l’esperienza e la qualità che gli utenti si attendono da un Mac. A volte questo significa rientrare all’estremo più alto del range, ma non di proposito, semplicemente perché è quello che costa.

Allo stesso tempo, la dirigenza Apple tiene a sottolineare come la TouchBar non segna l’entrata della Mela nel mercato dei laptop touchscreen, come invece altri concorrenti hanno scelto di fare. Secondo Ive, infatti, un MacBook con schermo completamente touchscreen non risulterebbe particolarmente comodo, e utile, da usare. Meglio, allora, questa integrazione ibrida, che permette di non snaturare l’utilizzo classico, velocizzandone però gran parte delle funzioni.

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