Symantec acquisisce LifeLock per la cybersecurity

L'operazione è stata ufficializzata da Symantec: l'investimento economico messo sul piatto ammonta per comprare LifeLock ammonta a 2,3 miliardi di dollari.
L'operazione è stata ufficializzata da Symantec: l'investimento economico messo sul piatto ammonta per comprare LifeLock ammonta a 2,3 miliardi di dollari.

È un’acquisizione importante soprattutto in ottica che prospettive future quella annunciata da Symantec, non solo per l’ammontare dell’investimento messo sul piatto e necessario a concretizzare l’operazione, ma anche perché va di fatto ad estendere il raggio d’azione di una delle aziende più longeve e conosciute al mondo per quanto riguarda la sicurezza informatica. Il gruppo ha messo le mani su LifeLock.

2,3 miliardi di dollari, questo l’ammontare versato. Con una mossa simile, Symantec dimostra l’intenzione di focalizzare sempre più la propria attenzione su nuovi ambiti come la cybersecurity, ovviamente senza trascurare lo sviluppo e il perfezionamento degli strumenti che ne hanno fatto uno dei leader del mercato, ad esempio quelli per la protezione da virus e malware (come la suite Norton). Di recente il gruppo ha acquisito anche Blue Coat, società specializzata in tool progettati per garantire la sicurezza e l’affidabilità delle transazioni economiche sul Web.

Il business di LifeLock è stato fino ad oggi principalmente legato alla fornitura di servizi, con formula di abbonamento mensile (10 dollari), dedicati alla protezione dell’identità online. Strumenti di questo tipo sono divenuti negli ultimi anni sempre più richiesti dagli utenti, professionisti e non, complici le molte azioni di hacking, di cracking, le intercettazioni imposte da organismi governativi e più in generale in conseguenza ad un utilizzo massivo dei mezzi di comunicazione in Rete.

Nel passato dell’azienda c’è anche qualche ombra. Nel 2015 la Federal Trade Commission ha multato LifeLock per ben due volte, in seguito a indagini che hanno dimostrato un’attività poco chiara e trasparente legata alla sponsorizzazione dei tool offerti in radio e sui network televisivi: sanzioni per un totale pari a 112 milioni di dollari (a fronte di introiti da 476 milioni), per aver dichiarato di offrire un livello di sicurezza pari a quello dei network bancari, dichiarazione ritenuta falsa e fuorviante da parte degli organi competenti.

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