L'acqua congela a 105 gradi Celsius

Un gruppo di ricercatori del MIT ha scoperto che l'acqua all'interno di nanotubi di carbonio raggiunge la fase solida ad una temperatura di 105 gradi.
Un gruppo di ricercatori del MIT ha scoperto che l'acqua all'interno di nanotubi di carbonio raggiunge la fase solida ad una temperatura di 105 gradi.

È noto a tutti che il punto di ebollizione dell’acqua, a livello del mare, è 100 gradi Celsius, mentre in montagna il passaggio dallo stato liquido a gassoso avviene ad una temperatura inferiore a causa della minore pressione atmosferica. Gli scienziati del MIT hanno ora scoperto che l’acqua diventa solida alle alte temperature, quando viene confinata in nanotubi di carbonio. Ciò apre le porte a diverse applicazioni che sfruttano le proprietà fisiche e chimiche del ghiaccio.

I ricercatori hanno dimostrato che le molecole d’acqua manifestano una comportamento differente se intrappolate all’interno di strutture nanometriche. Il fenomeno per cui i punti di ebollizione e congelamento cambiano se il fluido viene confinato in una nano-cavità era già noto, ma quanto scoperto dal MIT è una vera sorpresa, dato che il punto di congelamento è aumentato invece di diminuire. In uno dei test effettuati in laboratorio, l’acqua è diventata solida ad una temperatura di 105 gradi Celsius. Il team di scienziati ha notato anche altre “stranezze”.

Il punto di congelamento è estremamente dipendente dal diametro dei nanotubi di carbonio (fogli spessi un atomo di carbonio arrotolati in modo da formare un cilindro). È infatti sufficiente una variazione di 0,01 nanometri per aumentare o diminuire la temperatura di 10 gradi. I nanotubi di carbonio sono repellenti all’acqua (idrofobici), per cui non è chiaro come le molecole d’acqua possano entrare. Per rilevare la presenza di acqua nei nanotubi e la sua fase (liquida, solida o gassosa) è stata utilizzata una tecnica nota come spettroscopia vibrazionale.

I nanotubi di carbonio con acqua congelata potrebbero essere impiegati come “ice wires“. L’acqua può infatti condurre protoni fino a 10 volte più facilmente di altri materiali. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Nanotechnology.

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