StarChip: anche la NASA punta ad Alfa Centauri

Un transistor in grado di autoripararsi in seguito a danneggiamenti provocati dalle radiazioni potrebbe essere la chiave per esplorare il sistema stellare.
Un transistor in grado di autoripararsi in seguito a danneggiamenti provocati dalle radiazioni potrebbe essere la chiave per esplorare il sistema stellare.

C’è chi come Elon Musk di SpaceX punta a portare l’uomo su Marte e chi addirittura si vuole spingere oltre, mettendo in campo un progetto finalizzato all’esplorazione dello spazio più profondo. È il caso di Stephen Hawking, che con l’iniziativa Breakthrough Starshot (appoggiata, fra gli altri, da Mark Zuckerberg e dal filantropo russo Yuri Milner) mira al sistema stellare Alpha Centauri.

L’idea sembra aver stimolato anche l’interesse della NASA, tanto che l’agenzia statunitense ha deciso di offrire il proprio contributo. L’obiettivo è quello di inviare un modulo leggero in silicone chiamato StarChip ad una velocità pari ad un quindo di quella della luce, così da raggiungere Alpha Centauri in un periodo stimato pari a venti anni. I tecnici della NASA, più precisamente quelli del laboratorio KAIST (Korea Institute of Science and Technology) intendono occuparsi di risolvere uno dei principali ostacoli alla missione: la necessità di resistere alle intense radiazioni di un viaggio interstellare.

Sarà possibile farlo mediante la dotazione di transistor in grado di autoripararsi. Nel chip, le porte logiche sono completamente circondate da canali composti da nanofili. Mediante il riscaldamento della struttura si innesca un processo paragonabile a quello della ricottura, che riconduce la porta al suo stato originario, riparandola di fatto dai danni causati dalle radiazioni ionizzanti e dalle intense accelerazioni. L’intuizione è stata presentata in occasione dell’evento International Electron Devices Meeting andato in scena nei giorni scorsi a San Francisco. Si tratta di un sistema complesso, che ovviamente richiederà un’intensa fase di sviluppo e test prima di poter essere definito al 100% affidabile e pronto ad affrontare un viaggio della durata pari a due decenni. Chip di questo tipo potranno essere impiegati sia per la gestione delle operazioni durante le missioni che per lo storage dei dati raccolti.

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