Uber, Lyft e le accuse di discriminazione

Gli autisti dei due servizi di ride sharing più noti sono stati accusati di comportamenti discriminatori: senatore USA chiede a Uber e Lyft di intervenire.
Gli autisti dei due servizi di ride sharing più noti sono stati accusati di comportamenti discriminatori: senatore USA chiede a Uber e Lyft di intervenire.

Uno studio condotto dal National Bureau of Economic Research, su un campione pari a 1.500 corse prenotate nelle città di Boston e Seattle con i servizi Uber e Lyft, ha dimostrato che gli utenti con un nome potenzialmente riconducibile a persone di colore devono attendere circa il 35% in più prima di essere raggiunti da un auto del ride sharing. Inoltre, il numero delle richieste cancellate dagli autisti è pari a circa il doppio rispetto alla media registrata dalle piattaforme.

Questo ha spinto il senatore statunitense Al Franken ad inviare una lettera aperta alle due aziende, chiedendo di prendere posizione su quanto accade. Le risposte non si sono fatte attendere, sia da parte di Uber che di Lyft. Franken ha chiesto inoltre se sarebbe possibile omettere l’invio di informazioni relative proprio al nome e la foto degli utenti, poiché costituirebbero dati sui quali chi gestisce le corse è in grado di attuare comportamenti ritenuti razzisti o discriminatori. Entrambe le aziende hanno risposto che un metodo di questo tipo è inapplicabile per la tipologia di servizio offerto.

La replica di Uber è datata 30 novembre e porta la firma di Travis Kalanick. Il CEO sostiene che omettere il nome del passeggero rischia di generare confusione, precisando che in ogni caso l’autista riceve solo il nome di battesimo, non il cognome né la foto del profilo. Simile la posizione di Lyft, secondo cui utilizzare il nome reale permette di non creare equivoci e fraintendimenti che potrebbero portare le persone a salire su un’auto diversa da quella prenotata.

Di recente Uber ha avviato la sperimentazione dei cosiddetti Beacon: dispositivi da posizionare sul parabrezza, che cambiano colore a seconda della tonalità impostata dal passeggero tramite l’app al momento della prenotazione, così che quando l’auto sta arrivando è possibile identificarla immediatamente, anche da lontano e in mezzo al traffico.

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