I tunnel di Elon Musk

Il visionario numero uno di Tesla e SpaceX ha intenzione di risolvere il problema del traffico che attanaglia Los Angeles scavando dei tunnel sotterranei.
Il visionario numero uno di Tesla e SpaceX ha intenzione di risolvere il problema del traffico che attanaglia Los Angeles scavando dei tunnel sotterranei.

Nella giornata di venerdì, Elon Musk ha incontrato il neoeletto presidente degli Stati Uniti, assolvendo così alla funzione di consigliere finanziario di cui Donald Trump l’ha investito subito dopo l’insediamento alla Casa Bianca. Poche ore più tardi ha condiviso un suo nuovo progetto, finalizzato a risolvere una volta per tutte il problema del traffico a Los Angeles.

Si tratta in realtà di un’idea già paventata a dicembre, quando Musk aveva fatto riferimento alla The Boring Company. Al momento il programma è ancora parzialmente avvolto dal mistero: in una dichiarazione l’imprenditore ha parlato di un sistema in grado di accelerare dal 500% al 1.000% la velocità di realizzazione dei tunnel sotterranei e di alcuni test in esecuzione presso il quartier generale di SpaceX a Hawthorne, in California. Nel fine settimana sono stati condivisi due tweet: il primo è accompagnato da una descrizione alquanto enigmatica, “Minecraft” (forse un riferimento al gioco di Mojang).

Al secondo è invece allegato un testo maggiormente esplicativo e mostra quello che di fatto sembra essere un tunnel già scavato nel sottosuolo di Los Angeles. In Rete c’è chi parla di un render in computer grafica molto ben realizzato, pubblicato con lo scopo di far capire quali siano le finalità del progetto. Un’ipotesi da non scartare.

Un tunnel da 7,9 metri di diametro attraversa D.C. per 3,2 Km.

C’è anche chi punta il dito contro Musk, sostenendo che la sua vicinanza a Trump sia legata esclusivamente alla possibilità di ottenere in modo rapido e indolore le autorizzazioni necessarie per dar vita a iniziative di questo tipo. Il CEO di Tesla e SpaceX ha infatti scelto di restare al fianco del tycoon, al contrario di quanto fatto da Travis Kalanick di Uber, che la scorsa settimana ha lasciato il proprio incarico di consigliere, affermando di non essere in linea con la politica e con la visione del nuovo presidente.

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