Fornitori Apple: lavoro più equo ed ecologia

Apple pubblica la nuova edizione della Supplier Responsibility: migliorano ulteriormente le condizioni di lavoro, così come la scelta di minerali etici.
Apple pubblica la nuova edizione della Supplier Responsibility: migliorano ulteriormente le condizioni di lavoro, così come la scelta di minerali etici.

I fornitori di Apple migliorano ulteriormente la loro performance annuale, sia sul fronte dell’equità lavorativa che del rispetto dell’ambiente, ottenendo traguardi sempre più importanti. È quanto ha confermato il gruppo di Cupertino qualche giorno fa, con la pubblicazione dell’ultimo report sulla Supplier Responsibility. In particolare, sempre più partner di Cupertino hanno deciso di rispettare gli orari di lavoro stabiliti per legge, mentre ottimi risultati si ottengono sul fronte dell’esclusione di minerali provenienti da zone di conflitto e, non ultimo, sul rispetto dell’ambiente.

Nel corso del 2016, Apple ha vagliato 705 fornitori, per verificare il livello di compliance ai rigidi standard, sia di equità che ambientali, richiesti dal gruppo californiano. È quindi emerso come il 98% delle società partner, in particolare in Asia, abbia deciso di rispettare gli orari lavorativi massimi previsti per legge, segnando così un record storico per l’anno da poco concluso. Nel mentre, la Mela è riuscita a triplicare il numero di siti produttivi pronti a sposare i programmi di efficienza energetica, riducendo di 150.000 tonnellate le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, l’equivalente di 31.000 automobili in un anno.

Non è però tutto, poiché la partnership con i fornitori ha permesso di evitare il trasporto in discarica di oltre 200.000 tonnellate di rifiuti, mentre il programma Clean Water del gruppo, introdotto nel 2013, ha provveduto a un risparmio d’acqua pari a 18 bicchieri per ogni singolo abitante del Pianeta.

Tra i risultati più importanti raggiunti nel 2016, però, di fondamentale importanza è l’approvvigionamento di minerali necessari per la produzione dei dispositivi targati mela morsicata. Da qualche tempo Apple ha deciso di non accettare fornitori provenienti da zone di conflitto del mondo e, nel corso del 2016, la società ha esteso le sue intenzioni includendo anche il cobalto, oltre a stagno, tungsteno, tantalio e oro. Tutti i soggetti implicati nella fornitura di minerali, dalle fonderie ai raffinatori, hanno poi accettato di partecipare ad audit e controlli indipendenti, per verificare le condizioni di lavoro nei loro impianti. Nel frattempo, Apple ha allargato la sua collaborazione con altre organizzazioni non governative, tra cui Pact, per assicurare diritti di salute, sicurezza e formazione a minatori e altri lavoratori della catena di fornitura.

Prosegue quindi il programma voluto da Tim Cook per aiutare i più giovani a non abbandonare gli studi, con incentivi e finanziamenti affinché possano studiare anziché lasciare gli istituti in favore delle fabbriche, ma anche la fase di training degli stessi lavoratori. Lo scorso anno, ad esempio, Apple ha informato oltre 2.4 milioni di dipendenti sui loro precisi diritti e, dal 2008 a oggi, più di 2 milioni di persone hanno partecipato al Supplier Employee Education and Development Program (SEED).

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