Call of Duty: WW2, un ritorno alle origini

La serie di sparatutto in soggettiva di Activision sceglie di tornare alle origini: il nuovo Call of Duty sarà ambientato nella seconda guerra mondiale.
La serie di sparatutto in soggettiva di Activision sceglie di tornare alle origini: il nuovo Call of Duty sarà ambientato nella seconda guerra mondiale.

Scenari futuristici e armamenti ipertecnologici sembrano aver fatto il loro tempo: una delle serie sparatutto più note (e discusse) del panorama videoludico scegliere di tornare alle proprie origini. Activision ha annunciato in via ufficiale lo sviluppo di Call of Duty: WW2, nuovo titolo affidato alle mani esperte del team Sledgehammer Games che arriverà su PC e console nel corso del prossimo autunno.

Come suggerisce il nome, l’ambientazione scelta è quella della seconda guerra mondiale. Al momento non è dato a sapere alcun dettaglio sulla trama: tutte le informazioni saranno svelate nel corso della presentazione ufficiale, che andrà in scena mercoledì 26 aprile alle ore 19:00. Intanto è possibile dare uno sguardo in anteprima a un artwork che troverà posto anche sulla copertina del gioco. Un soldato viene ritratto in primo piano, mentre guarda in camera, indossando un elmetto e con le mani congiunte dalle quali spuntano alcune piastrine. Secondo qualcuno, una scena troppo simile a quella di Brothers in Arms del 2008.

Polemiche a parte, da Call of Duty: World War 2 ci si aspetta un significativo passo in avanti, soprattutto alla luce dei feedback raccolti dalla community di appassionati. La serie tornerà dunque a un setting reale e realistico, un po’ come fatto lo scorso anno da Battlefield 1 che ha scelto, con successo, di rappresentare gli scontri della prima guerra mondiale.

Per aumentare l’hype, il numero uno della software house Sledgehammer Games (Michael Condrey) ha pubblicato un filmato su Twitter. Si tratta di una visita al Churchill Museum and Cabinet War Rooms di Londra, un edificio ora adibito a museo, ma che in passato accoglieva il gabinetto di guerra prima sotto la direzione di Chamberlain e poi di Winston Churchill. L’obiettivo è ovviamente quello di rendere il titolo fedele a quanto realmente accaduto durante il conflitto.

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