Android O sarà la versione 8.0, ma il nome?

La Developer Preview 3 della piattaforma Android O conferma che si tratterà della versione 8.0, ma ancora non è chiaro quale sarà il nome della release.
La Developer Preview 3 della piattaforma Android O conferma che si tratterà della versione 8.0, ma ancora non è chiaro quale sarà il nome della release.

Potrà sembrare una notizia quasi scontata per chi segue le evoluzioni del mondo Android, ma la conferma che la O Release in arrivo nei prossimi mesi sarà la versione 8.0 della piattaforma giunge solo oggi, in concomitanza con il rilascio della Developer Preview 3 alla community di sviluppatori. Nelle informazioni di sistema, infatti, appare chiaramente la voce “8.0.0”.

Resta ora capire quale sarà il nome scelto da Google per questa nuove edizione. Sarà di certo un’altro dolce, come ormai da tradizione: l’ipotesi più probabile è quella raffigurata nell’immagine di apertura, Oreo. Trattandosi di un marchio registrato, bigG dovrebbe siglare una partnership con l’azienda produttrice dei biscotti in questione per poterne sfruttare il brand. Un’operazione già messa a segno con successo in passato, quando il gruppo di Mountain View e Nestlé unirono le loro forze per dar vita a una campagna pubblicitaria reciproca dedicata alla release 4.4 KitKat. Correva l’anno 2013.

Tra le novità introdotte dalla Developer Preview 3 di Android O figurano le API di livello 26 per gli sviluppatori delle applicazioni, un leggero restyling per l’app della fotocamera, il supporto all’utilizzo della forma Teardrop per le icone, la visualizzazione nell’area notifiche delle copertine per gli album e le canzoni che si stanno ascoltando e altri ritocchi indirizzati a migliorare le performance generali.

Il debutto ufficiale dovrebbe avvenire tra l’estate e l’autunno, con il sistema operativo accompagnato sul mercato dal debutto di nuovi smartphone della linea Pixel: quest’anno si parla di tre modelli, al momento noti con i nomi in codice Muskie, Walleye e Taimen (tre razze di pesce). L’augurio è che Google possa migliorare le fasi di produzione e distribuzione dei dispositivi, così da arrivare a soddisfare la domanda a livello globale: si consideri infatti che, ancora oggi, in Italia i Pixel di prima generazione non sono ancora ufficialmente acquistabili se non ricorrendo all’importazione o a store di terze parti.

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