Realtà virtuale: 11 smartphone Daydream nel 2017

Sundar Pichai, CEO di Google e fresco di nomina nel CdA di Alphabet, annuncia l'arrivo di nuovi smartphone compatibili con la tecnologia Daydream.
Sundar Pichai, CEO di Google e fresco di nomina nel CdA di Alphabet, annuncia l'arrivo di nuovi smartphone compatibili con la tecnologia Daydream.

La piattaforma Daydream sviluppata e promossa da Google rappresenta una sorta di evoluzione del progetto Cardboard, capace nel corso degli ultimi anni di democratizzare la realtà virtuale, mettendola a disposizione di tutti con quello che può essere definito un vero e proprio visore di cartone, economico e semplice da assemblare. Un’evoluzione tecnologica, quella introdotta con il più raffinato Daydream View, che però richiede inevitabilmente anche il supporto nativo da parte degli smartphone.

Quelli attualmente compatibili sono i modelli della linea Pixel prodotti direttamente da bigG, il Motorola Moto Z di Lenovo, Huawei Mate 9 Pro e la sua variante Porsche Design, ZTE Axon 7 e ASUS Zenfone AR. Per quanto riguarda uno dei top di gamma della stagione, il Samsung Galaxy S8 (e l’edizione S8+), il supporto viene introdotto proprio in questi giorni tramite il rilascio di un aggiornamento software, già in fase di rollout negli Stati Uniti per le versioni commercializzate dall’operatore Verizon e presto in arrivo a livello globale. A questi se ne aggiungeranno altri, così da arrivare entro la fine del 2017 a un totale pari a 11 smartphone compatibili, stando a quanto dichiarato da Sundar Pichai. Mancano dunque all’appello una manciata di modelli, con tutta probabilità al debutto sul mercato entro i prossimi mesi.

A differenza di quanto avviene con HTC Vive e Oculus Rift, così come con il PlayStation VR di Sony dedicato esclusivamente alla console videoludica PS4, Daydream View non garantisce la stessa qualità dell’immagine (quella dipende dalla risoluzione del display offerta dal telefono). Al tempo stesso, però, risulta più economico e leggero da indossare: un vantaggio non di poco conto quando si parla di dispositivi per la realtà virtuale, che devono essere posizionati sul capo e dotati di uno schermo che dev’essere mantenuto per diverso tempo a una distanza molto breve dagli occhi.

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