Multa da un miliardo, prima vittoria per Intel

La Corte di Giustizia Europea ha ordinato al Tribunale dell'Unione Europea di riesaminare il caso di abuso di posizione dominante che coinvolge Intel.
La Corte di Giustizia Europea ha ordinato al Tribunale dell'Unione Europea di riesaminare il caso di abuso di posizione dominante che coinvolge Intel.

Dopo oltre otto anni dalla multa da 1,06 miliardi di euro comminata dalla Commissione Europea, Intel ha ottenuto la sua prima vittoria, anche se di natura temporanea. La Corte di Giustizia Europea ha infatti accolto le richieste del chipmaker californiano, rinviando la causa al tribunale che aveva respinto l’appello.

Secondo la Commissione Europea, Intel aveva abusato della sua posizione dominante nel settore dei processori x86 tra ottobre 2002 e dicembre 2007, offrendo prezzi scontati ad alcuni produttori (Dell, HP, Lenovo e NEC) e alla nota catena dell’elettronica di consumo Media-Saturn. In pratica, il chipmaker di Santa Clara “consigliava” di vendere solo computer con le sue CPU, escludendo quelli basati sui processori AMD. Ciò ha portato alla multa da 1,06 miliardi di euro del 13 maggio 2009 e al successivo appello, respinto dal Tribunale dell’Unione Europea il 12 giugno 2014.

Intel ha quindi presentato ricorso alla Corte di Giustizia Europea, in quanto il Tribunale ha confermato la decisione della Commissione Europea, effettuare in maniera errata il cosiddetto test AEC (As Efficient Competitor), in base al quale viene stabilito se un eventuale concorrente può applicare gli stessi sconti, senza sacrificare i profitti a breve termine. Il Tribunale dovrà ora fare ciò che non ha fatto nel 2014, ovvero verificare se la Commissione Europea ha eseguito correttamente il test.

La vittoria (parziale) ottenuta da Intel potrebbe avere conseguenze anche su altri casi che riguardano aziende statunitensi, tra cui Google e Qualcomm.

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