Intel Loihi, chip self-learning per la IA

Intel Loihi è un chip neuromorfico che, imitando il funzionamento del cervello umano, può eseguire calcoli complessi ad una velocità mai raggiunta prima.
Intel Loihi è un chip neuromorfico che, imitando il funzionamento del cervello umano, può eseguire calcoli complessi ad una velocità mai raggiunta prima.

Intel ha annunciato lo sviluppo del primo chip neuromorfico in grado di simulare il funzionamento del cervello umano. Loihi, questo è il suo nome, rappresenta un importante traguardo per l’azienda californiana e per l’industria in generale, in quanto il chip può essere sfruttati per eseguire calcoli complessi ad una velocità nettamente superiore a quella offerta dalle attuali CPU e GPU.

Intel lavora da circa sei anni su architetture specializzate che possano offrire prestazioni maggiori rispetto alle piattaforme di calcolo tradizionali. Gli studi relativi al calcolo neuromorfico coinvolge ingegneri, fisici e biologi, le cui competenze hanno permesso di progettare Loihi, un chip che imita il cervello umano nell’apprendimento basato sull’interazione con l’ambiente circostante. Non è infatti necessario un addestramento preliminare per consentire il riconoscimento di oggetti ed eventi. Loihi può quindi usare ciò che ha imparato per risolvere in tempo reale problemi mai affrontati.

Il chip neuromorfico funziona in modo simile a neuroni e sinapsi, velocizzando il machine learning fino ad un milione di volte e consumando 1.000 volte in meno rispetto ad un tradizionale sistema di addestramento per reti neurali. Loihi, realizzato con tecnologia di processo a 14 nanometri, integra 130.000 neuroni e 130 milioni di sinapsi. Ogni core neuromorfico include un learning engine che può essere programmato per supportare diverse topologie di reti neurali.

Le applicazioni pratiche di questo chip sono infinite. Si possono, ad esempio, citare il riconoscimento delle persone inquadrate da una videocamera di sorveglianza, la sincronizzazione dei semafori in base alle condizioni del traffico e ovviamente l’elaborazione dei dati registrati dai sensori di una self-driving car. Il chip Loihi verrà fornito alle università e agli istituti di ricerca nel corso del 2018.

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