Fujifilm FinePix Real 3D W1

Il "3D per tutti" apre nuove strade alla creatività individuale

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Il "3D per tutti" apre nuove strade alla creatività individuale

3D ma anche 2D

La Fujifilm Finepix Real 3D W1 è una foto/videocamera stereoscopica, ovvero in grado di scattare immagini 3D grazie a due obiettivi separati, posti a una distanza di 77 mm l’uno dall’altro, ciascuno dotato di sensore CCD dedicato.

Di dimensioni compatte, con un peso intorno ai 260 gr (senza batterie), acquisisce immagini tridimensionali tramite schema ad assi convergenti (l’altra possibilità è quella dello schema ad assi paralleli).

La memorizzazione delle immagini così acquisite avviene attraverso il formato Multi Picture Object (MPO), in cui le immagini inquadrate dai due obiettivi si uniscono e sono subito fruibili per un controllo dello scatto, attraverso lo schermo posto sul dorso, che consente la visione stereoscopica diretta, senza l’ausilio di occhiali grazie a filtro di parallasse.

La Finepix Real 3D W1, ovviamente, può essere usata anche come semplice fotocamera tradizionale. In questo caso, viene memorizzata una sola immagine in formato JPG.

La Fujifilm Finepix Real 3D W1 è compatibile con le schede SD/SDHC e offre, inoltre, zoom ottico Fujinon 3X, F/3,7 per il grandangolo e F/4,2 per il teleobiettivo, sensibilità da ISO 100 a 1.600, con velocità dell’otturatore 1/2 a 1/1000s. Non è invece incluso alcun tipo di stabilizzatore d’immagine, per cui occorre prestare attenzione agli scatti in movimento o con instabilità.

Potenzialità elevate

La risoluzione massima consentita dalla Fujifilm Finepix Real 3D W1 è pari a 3.648×2.736 pixel, prossima cioè ai 10 megapixel dichiarati, ma questo è vero quando si procede con scatti 2D, che aumentano il volume delle informazioni in termini di dimensione effettiva dell’immagine. In pratica, però, confrontando uno dei due scatti stereoscopici con quello 2D, a parità di posizione e soggetto, si può notare quanto il secondo sia più largo e restituisca una scena più completa attorno al soggetto centrale.

Fujifilm Finepix Real 3D W1

Interessante l’opportunità offerta dal software che governa il sistema, che consente, tramite apposita attivazione, di scattare due foto in simultanea dove una delle due ottiche riprende in modalità grandangolo e l’altra come teleobiettivo, oppure di avere la stessa immagine con due differenti livelli ISO di esposizione o ancora di abbinare croma assieme a quella normale piuttosto che bianco e nero.

È persino possibile variare il livello di stereoscopia desiderato operando manualmente e decidere il personale livello di parallasse da introdurre tra il primo e il secondo scatto.

La Fujifilm Finepix Real 3D W1 concede anche l’opportunità di effettuare riprese video, sia 2D che 3D, ma in questo caso la risoluzione massima raggiungibile di soli 640×480 pixel a 30 frame per secondo, per un risultato che non potrà certo far gridare al miracolo, se la visione avviene attraverso gli ultimi televisori 3D di cospicue dimensioni…

Una visione ottimale

Fujifilm Finepix Real 3D W1

Se escludiamo il display posteriore, la fruizione dei contenuti 2D e 3D diviene di una semplicità estrema se si collega l’apparato al pratico accessorio HDP-L1, che consente di caricare la card SD o SDHC con collegamento diretto via HDMI, il tutto muovendosi attraverso un menu intuitivo tramite comandi razionali.

Per stupire gli amici e godersi gli scatti stereoscopici in casa propria è disponibile, come optional, la cornice digitale Real 3D V1 che Fujifilm offre per visionare, senza l’ausilio di occhiali, grazie al sistema di parallasse.

Non ultima, c’è la possibilità di inviare ai laboratori inglesi della Fujifilm i propri file di immagine per poi ricevere fotografie lenticolari 3D a casa propria!

In giro a fare 3(d) foto…

Una serie di accorgimenti è necessaria prima di effettuare gli scatti in 3D onde evitare che il risultato delle immagini stereoscopiche non sia ottimale. Il più importante di tutti è quello della verifica dell’allineamento verticale degli assi ottici degli obiettivi tramite quello che, nel manuale, è citato come “regolazione dell’asse ottico”.

Una rapida verifica è possibile con uno scatto 3D a soggetti che abbiano linee verticali. Le immagini provenienti dai due obiettivi vanno poi sovrapposte, accertandosi che gli elementi verticali combacino perfettamente. In caso contrario è possibile attuare una variazione dell’asse ottico alzando o abbassando l’obiettivo sinistro.

Il consiglio è di effettuare tale verifica almeno una volta l’anno, se l’uso della macchina è saltuario, aumentando la verifica ad almeno un paio di volte quando l’uso è più intenso o nella malaugurata ipotesi in cui il corpo macchina dovesse subire urti o, peggio ancora, una caduta accidentale.

Infine una nozione semplice ma importante: lo scatto 3D è possibile solo quando la macchina è in posizione orizzontale.

Conclusioni

Finora sono pochissime le macchine fotografiche stereoscopiche sul mercato, ed è pertanto difficile trovare dei termini di paragone effettivi. Come termine di paragone assoluto, però, abbiamo la qualità delle immagini che si attesta su livelli piuttosto alti, in modalità 2D, con cui la Fujifilm Finepix Real 3D W1 ha dimostrato di fare un uso sapiente dei suoi 10 megapixel. Le immagini sono nitide, dettagliate e prive di aberrazione al di sotto di ISO 400.

Le immagini 3D, invece, come accennato in precedenza, perdono di dettaglio, ma il risultato finale ripaga un tale calo di rendimento: l’effetto tridimensionale delle foto è ottimo, specie se visualizzate su TV 3D. Non si può dire altrettanto dei filmati, ma ci si può anche accontentare.

Abbiamo tuttavia riscontrato un paio di limitazioni d’uso. La prima sta nella poca duttilità degli obiettivi, che, oltre a obbligare a scattare solo foto (3D) in orizzontale, dà il miglior risultato con soggetti distanti almeno 2 metri – ma un effetto 3D migliore è riscontrabile a partire dai 3 metri. L’altro limite sta nel formato in cui le foto sono salvate, il .mpo, ancora poco diffuso e non visualizzabile su dispositivi non compatibili né su PC a meno che non si convertano le immagini, perdendo però l’effetto 3D.

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