Milano Calabiana: scommessa Talent Garden

La rete di coworking di Davide Dattoli raddoppia la capacità con una sede che trasforma l'archeologia industriale nella futura manifatturiera digitale.
La rete di coworking di Davide Dattoli raddoppia la capacità con una sede che trasforma l'archeologia industriale nella futura manifatturiera digitale.

Il più grande network di coworking non poteva che avere una delle sedi più grandi in Europa. Il nuovo Talent Garden inaugurato in via Calabiana a Milano, zona fondazione Prada, si candida ad essere il cuore pulsante delle nuove imprese digitali nella città startuppara per eccellenza: 8.500 mq a cinque fermate dal Duomo, due piani più terrazza con piscina dove almeno 400 professionisti potranno trovare casa. La scommessa di Davide Dattoli ha lo stile dell’archeologia industriale, cemento e vetro accoglieranno migliaia di persone e centinaia di eventi già nei prossimi mesi.

Con questo campus – così lo chiama Dattoli – Talent Garden raddoppia la sua capacità (lo spazio di via Merano resta) e mette una pietra miliare nello sviluppo di questa rete, che nel 2017 porterà a una ulteriore sede in corso Sempione. Quando sarà concluso, ci sarà un hub digitale tripartito a Milano, ideato per connettere l’impresa italiana con l’ambito internazionale.

È un progetto ambizioso, ma vogliamo creare un luogo riconoscibile a livello internazionale. Non è real estate, ma un aggregatore fisico dei migliori innovatori dove il principio è che l’innovazione crea ricchezza e benessere.

Il TAG da un milione di euro

Lo spazio di via Calabiana affascina subito, anche se ancora vuoto. Una vecchia tipografia, che nel 1842 stampò la prima copia dei Promessi sposi, successivamente ristrutturata da Marina Salamon come showroom, esprime tutta la visione educativa di questo particolare spazio che ospiterà anche la Innovation School (forse una delle scommesse più geniali di Dattoli, che ha investito coi suoi partner ben un milione di euro per avere questo spazio).

Il 40,2% dei ragazzi è senza lavoro, nei prossimi cinque anni ci saranno milioni di altri self workers. Il mondo è pieno di spazi vuoti e di opportunità, ma i costi e le problematiche del fare impresa sono ancora vecchie. Le modalità nuove dei nostri corworking sono il “cloud dell’ufficio”, dove si prendono le necessità nel momento del bisogno e si passa del metro quadro alla membership.

Se l’innovazione crea benessere ed è trasversale, lo spazio stesso – curato dallo studio architettonico Carlo Ratti associati – è pensato per fornire aree comuni, una caffetteria, i laboratori (fondamentali perché qui si farà anche molta facturing), gli uffici con divisioni modulari. E per tutti ci saranno due ore di inglese e due ore di yoga alla settimana. L’idea forte è costruire un luogo a valore aggiunto dove crescano gli imprenditori ma anche gli “operai digitali”, ragazzi che vogliano imparare in breve tempo come programmare ed essere utili subito sul più veloce mercato del lavoro che si sia mai visto. Una specie di manifattura digitale.

Il valore del coworking

Il principale concorrente di Tag, negli Stati Uniti, è di recente stato valutato dieci miliardi di dollari, quasi lo stesso valore di Uber. La dice lunga sul senso dell’investimento e della partecipazione di Digital Magics, che tempo fa è entrata con un 30% nella compagine societaria. Il suo presidente, Enrico Gasperini, presente all’inaugurazione, ha assicurato che porterà in via Calabiana le proprie startup partecipate e gli investitori. Più di 250 persone hanno già chiesto di far parte del campus, che sarà aperto sette su sette, h24 e sarà collegato in tempo reale con gli altri 9 tag italiani (Bergamo, Brescia, Cosenza, Padova, Genova, Pisa, Torino, Pordenone, Roma) e quelli di Barcellona, Tirana e Kaunas in Lituania. E per i vincitori del premio Ford Italia in occasione del recente StartupBus 2015 si apre uno spazio in più: si scrive “Talent Garden”, si legge “opportunità”.

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