Deus Ex: Mankind Divided - Video Recensione

Deus Ex: Mankind Divided, sequel del reboot del 2011, è l'evoluzione naturale del suo predecessore, arricchita da nuove abilità e una bella Praga hi-tech.
Deus Ex: Mankind Divided, sequel del reboot del 2011, è l'evoluzione naturale del suo predecessore, arricchita da nuove abilità e una bella Praga hi-tech.

Quando nel 2011 venne rilasciato il reboot di Deus Ex, Human Revolution, gli amanti dell’universo cyberpunk trovarono pane per i loro denti. Non si trattava di un titolo perfetto, ma di un gioco di ruolo caratterizzato da dialoghi profondi, un gameplay impegnativo e una narrativa affascinante imperniata sul transumanesimo. A distanza di cinque anni arriva sugli scaffali dei negozi il sequel Deus Ex: Mankind Divided.

Deus Ex: Mankind Divided è ambientato nel 2029, in un futuro prossimo nel quale il razzismo ha raggiunto un nuovo livello. La discriminazione non si limita più a religione, cultura o colore della pelle, ma assume una nuova accezione: uomini naturali contro uomini potenziati, ovvero la distinzione fra chi è ricorso a protesi cibernetiche per migliorare prestazioni fisiche o mentali oppure per compensare la perdita di arti o curarsi a causa di incidenti o malattie e chi, invece, ha preferito mantenersi naturale al 100%. Una diatriba quella fra persone “normali” e potenziate che si è estesa alla politica internazionale con la nascita di movimenti a difesa o contro i diritti dei potenziati.

Deus Ex: Mankind Divided è l’evoluzione naturale del suo predecessore, arricchita da nuove abilità e una bellissima Praga hi-tech. L’intelligenza artificiale, punto debole di Human Revolution, è un po’ migliorata, ma ancora non convince appieno. Ancora una volta anonima e deludente la prova del protagonista Adam Jensen.

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