Caso Microsoft: non appellarsi paga

L'azienda di Redmond verserà un rimborso spese legali di 25 milioni di dollari agli stati che non si sono appellati contro la sentenza antitrust. Esclusi i ribelli Massachusetts e West Virginia
L'azienda di Redmond verserà un rimborso spese legali di 25 milioni di dollari agli stati che non si sono appellati contro la sentenza antitrust. Esclusi i ribelli Massachusetts e West Virginia

I procuratori del Massachusetts e del West Virginia, i due stati che hanno deciso di appellarsi contro l’approvazione dell’accordo antitrust tra Microsoft e il governo USA, hanno denunciato che Bill Gates e soci non hanno ancora versato i 2,32 milioni di dollari che spettano loro come rimborso delle spese legali.

Ma Microsoft contesta la denuncia dichiarando, per bocca del portavoce Jim Desler, che i due stati avrebbero avuto diritto al rimborso solo se avessero deciso di non ricorrere in appello. Microsoft ha infatti accettato di versare complessivamente 25 milioni di dollari ai sette stati che non si sono appellati. Massachusetts e West Virginia hanno comunque chiesto alla corte di non obbligare Microsoft a pagare immediatamente, preferendo che il tribunale si concentri sul caso antitrust.

Il processo antitrust che vedeva Microsoft imputata per abuso di posizione dominante nel mercato dei sistemi operativi e dei browser si è concluso un mese e mezzo fa. Il 31 ottobre il giudice Colleen Kollar-Kotelly ha approvato l’accordo raggiunto un anno prima tra Microsoft e il Dipartimento di Giustizia statunitense per porre fine al procedimento iniziato nel 1998. In base all’accordo Microsoft si impegna a garantire uguali condizioni contrattuali a tutti i produttori di PC e a fare in modo che anche i software concorrenti siano pienamente compatibili con i suoi sistemi operativi

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