Spam, allarme internazionale dell'OECD

L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECS) intende lanciare ai rappresentanti di tutti i paesi del mondo un allarme circa la necessità di una collaborazione globale nella battaglia contro lo Spam.
L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECS) intende lanciare ai rappresentanti di tutti i paesi del mondo un allarme circa la necessità di una collaborazione globale nella battaglia contro lo Spam.

Spam, problema comune. Bill Gates si fa paladino della lotta contro le mail spazzatura con promesse dalla scadenza al 2006; gli USA attirano grandi polemiche attorno a quella Can Spam che, oltre al nome poco fortunato, solo in teoria potrebbe bloccare il traffico generato dalla piaga rappresentata delle mail spazzatura; in Australia si fa affidamento sullo Spam Act promulgato nel 2003; l’Europa cerca di intervenire con una legiferazione figlia di un parto quantomeno complesso.

In mezzo a queste difficoltà e discrasie d’intervento si pone il summit contro lo Spam organizzato per porre i paletti di una nuova battaglia contro il problema comune. L’appuntamento è per i giorni 2 e 3 Febbraio, a Bruxelles, dove rappresentanti dei paesi di tutto il mondo si troveranno per una tavola rotonda che intende agire, e presto, per bloccare in qualche modo quel 50% di mail inutili che grande danno arrecano alla Rete ed agli utenti finali.

Il monito giunge dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECS): » Lo spam non è un problema di un singolo paese … è un problema mondiale […] E’ sempre più chiaro che gli sforzi a livello nazionale devono essere accompagnati da strategie coordinate a livello internazionale «

Le linee guida OECS bacchettano implicitamente tutte le legislazioni nazionali in materia, non in quanto errate ma in quanto rese inefficaci dall’attuale latenza di un progetto globale internazionale che dall’interoperabilità e dalla collaborazione possa trovare le risorse per una vera battaglia concreta contro lo spam.

Le proposte al momento sono molteplici: dalla piccola tassa su ogni mail per vanificare i desideri di pubblicità gratuita, alla variazione degli standard in modo da rendere arduo il reperimento automatico degli indirizzi, le soluzioni non sono al momento l’obiettivo principale di una OECS decisa solo a porre il problema su un nuovo piano di discussione globale. Senza cooperazione lo spam può infatti agire indisturbato divincolandosi nei meandri dell’inefficacia transfrontaliera delle singole legislazioni nazionali.

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