18 anni, arrestato per SpIM

Ha inviato circa 1.5 milioni di messaggi promozionali non richiesti tramite un Instant Messenger: tratto in arresto tramite un abile espediente, ora il diciottenne Anthony Greco dovrà rispondere del reato di Spam di fronte ad un giudice
Ha inviato circa 1.5 milioni di messaggi promozionali non richiesti tramite un Instant Messenger: tratto in arresto tramite un abile espediente, ora il diciottenne Anthony Greco dovrà rispondere del reato di Spam di fronte ad un giudice

Un 18enne statunitense di nome Anthony Greco è formalmente la prima persona al mondo arrestata per SpIM, ovvero spam tramite Instant Messenger. Il ragazzo avrebbe mandato oltre un milione e mezzo di messaggi promozionali non richiesti: è stato fermato a Los Angeles dopo la promessa di un accordo commerciale tale da legalizzare e garantire in toto la sua attività.

Per portare a compimento la propria opera Greco ha registrato una quantità non precisata di account sul sito MySpace.com e poi, tramite l’Instant Messenger offerto dal servizio, ha inviato i messaggi. Secondo alcune fonti l’azienda colpita ha dovuto spendere circa 5000 dollari per filtrare quanto proveniente dai suoi account (da ognuno dei quali veniva inviato un quantitativo medio di 500 messaggi giornalieri).

Con la falsa promessa di un accordo tale per cui per 150 dollari giornalieri il ragazzo avrebbe potuto inviare la proprie promozioni alla comunità in modo assolutamente legalizzato, il ragazzo è stato attirato a Los Angeles per un incontro con i vertici di MySpace.com: appena sceso dall’aereo sono scattate invece le manette, e solo in seguito al pagamento di 25.000 dollari il ragazzo è stato temporaneamente rilasciato in attesa di giudizio.

La madre del ragazzo, Jane Patterson, si è detta sorpresa per l’accaduto ed ha definito Anthony «un ragazzo molto intelligente». Secondo gli inquirenti il caso rappresenta solo la punta di un iceberg in emersione: lo SpIM è in crescita esponenziale (secondo Nicholas Graham, portavoce AOL, i messaggi non desiderati occupano comunque ad oggi solo l’1% del traffico totale) e va considerato semplicemente come un’ulteriore risvolto della piaga dello Spam.

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