Google progetta la nuova Torre di Babele

Google sta lavorando ad un servizio di traduzioni automatiche con cui rendere il passaggio dei contenuti da una lingua all'altra un lavoro basato sulla semplice rilevazione statistica (ovvero sull'esperienza pregressa archiviata)
Google sta lavorando ad un servizio di traduzioni automatiche con cui rendere il passaggio dei contenuti da una lingua all'altra un lavoro basato sulla semplice rilevazione statistica (ovvero sull'esperienza pregressa archiviata)

«Ecco, tutti quanti formano un sol popolo e parlano la stessa lingua. E questo non è che il principio delle loro imprese! D’ora in poi saranno in grado di fare tutto quel che vogliono!» (dal Libro della Genesi).

Traduzioni istantanee, immediate, libere, efficaci e senza passaggi intermedi con interventi diretti di traduttori umani: è questo il nuovo obiettivo dichiarato di Google. La cosa rientra in effetti a pieno diritto nell’ecosistema di una azienda che, tra i propri principi fondamentali, ha quello di permettere la condivisione dell’informazione su larga scala. Come in una riedizione digitale della Torre di Babele, un traduttore di questo tipo permetterebbe di annichilire gli ostacoli della lingua e renderebbe i contenuti accessibili in ogni angolo del mondo.

Il concetto prende il nome di «statistical machine translation», ovvero la trasposizione al mondo linguistico dell’approccio statistico che Google ha realizzato con la propria esperienza nel campo della ricerca. L’idea fondamentale è quella per cui ogni singola espressione linguistica gode di traduzioni e queste ultime possono diventare materiale valido come una Stele di Rosetta per offrire la chiave di traduzione al sistema automatico di Google.

Non si tratta, dunque, di una traduzione letterale come proposto dai molti strumenti disponibili in rete: Google intende analizzare un sistema automatico che permetta traduzioni istantanee sulla base di tutte le traduzioni pregresse archiviate. I risultati iniziali sarebbero quantomeno incoraggianti. Secondo quanto confidato a Reuters da Franz Och, a capo del progetto per Google, anche se il tutto è ovviamente perfettibile le performance sarebbero già ampiamente migliori rispetto ai traduttori attuali: «quando una traduzione arabo-inglese è stata presentata alle persone che lavorano nel mondo della traduzione automatica da molto tempo, sono rimasti impressionati, dicendo che è un grande progresso […] Le persone non hanno mai visto una traduzione automatica dove poter leggere una frase e rilevare un primo errore alla quinta riga».

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