Motorola: innovazione per fronteggiare la crisi

L’azienda statunitense Motorola sembra mantenere le promesse fatte poche settimane fa dall’amministratore delegato Ed Zander sul rilancio della società e le strategie per uscire dalla crisi economica.

In merito a questo sembra che la Motorola si stia impegnando molto alacremente sul settore ricerca.

Per fronteggiare la concorrenza dei produttori asiatici (LG e Samsung su tutti) e lo strapotere di Nokia, l’azienda statunitense punta principalmente sull’innovazione.

Rumors erano circolati in rete il mese scorso, ma adesso sembra proprio che il display LCD a pannello solare sia una realtà a cui lavorano i tecnici Motorola.

L’azienda americana ha infatti brevettato un display in grado di catturare il 75% della luce solare ricevuta su un display e convertirla in energia elettrica per mantenere sempre in carica il cellulare.

L’idea è di impiegare cristalli liquidi colesterici invece di quelli nematici sfruttando l’energia anche per illuminare il display del telefonino.

L’azienda statunitense pensa anche di adottare dei device basati su sistema operativo Linux.

Motorola annunciò di portare Linux sui suoi cellulari già quattro anni fa distribuendoli però solo in Asia e America Latina.

Adesso ci riprova, ma a livello più globale partendo già dal Motorola MotoRokr Z6. Ed Zander ha confermato che i nuovi modelli Razr2 saranno basati su Linux e Java.

Un’altra innovazione di casa Motorola sarebbe un dispositivo che permetterebbe di avere telefonini profumati grazie al riscaldamento, prodotto dalla batteria, che alimenterebbe un contenitore di sostanze profumate.

Certo l’idea non è nuova, dato che altri produttori di cellulari (Sony Ericsson e Samsung) ci avevano già pensato, ma sembrerebbe che questa novità piaccia ai consumatori.

Infine sembra che Motorola abbia stipulato un accordo con Napster per portare la musica sui cellulari della casa statunitense.

L’iniziativa dovrebbe partire in via sperimentale nel Nord America, Regno Unito e Germania per estendersi poi progressivamente.

Ci piace pensare che questo accordo dia vigore alle due azienda visto che anche Napster non naviga in acque tranquille.

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