Così leggeremo i libri

Così leggeremo i libri: su un player portatile sul quale convergono libri, quotidiani, magazine e blog. La connettività è gratuita e onnipresente, Amazon pensa a tutto: trattasi del primo importante esperimento digitale per passare oltre la carta stampata
Così leggeremo i libri: su un player portatile sul quale convergono libri, quotidiani, magazine e blog. La connettività è gratuita e onnipresente, Amazon pensa a tutto: trattasi del primo importante esperimento digitale per passare oltre la carta stampata

Se c’è una tecnologia che meno di ogni altra è stata scalfita dall’avvento dell’informatica prima e di internet poi, è il libro. Ci sono cose che un computer non riesce a incrinare ancora. C’è una storia millenaria da sgretolare, ma niente da fare: al 2007 ancora nessun esperimento è riuscito nell’impresa. Per la prima volta si intuisce che qualcosa stia accadendo nel momento in cui grossi nomi del settore iniziano a farci un pensierino: forse qualcosa si sta smuovendo, forse la tecnologia sta trovando una soluzione percorribile, forse iniziano ad accumularsi i presupposti per cui ciò possa avvenire. Per il momento è tutto solo una sequela di “forse”, ma quando un quadro inizia a delinearsi difficilmente poi succede nulla. Se sarà o meno una rivoluzione epocale, questo no: questo non lo si può ancora dire.

Due sono i prodotti che più di ogni altro si stanno proponendo per cercare di rappresentare nel mondo dei libri quello che l’iPod ha rappresentato nel mondo della musica. Trattasi del Sony Reader e del nuovo Amazon Kindle (nella gallery le immagini). A margine ci sono prodotti quali l’Iliad sperimentato tra gli altri da Repubblica.it, nonchè le ambizioni Microsoft di entrare anche in questo settore prima che la Apple di turno fagociti tutto lasciando margini d’azione pressochè nulli.

Il lettore perfetto deve saper imitare un libro per quanto concerne la proposta dei contenuti, ma deve altresì superare il libro offrendo agli utenti quel “qualcosa in più” che permetta di ignorare quel “qualcosa in meno” che inevitabilmente rimane sulla strada, vittima dell’innovazione e delle nuove necessità. I parametri a cui ottemperare sono molti, tutti parimenti fondamentali, e tutto ciò prima ancora di provare a sfidare una cultura che è alla base del nostro stesso linguaggio, del nostro sapere, della nostra cultura. La scrittura sulla carta è la base della nostra forma mentis in modo, ad oggi, indissolubile.

Se «i libri sono l’ultimo bastione dell’analogico» (parole di Jeff Bezos, leader uscente di Amazon), non è un caso: il sapere depositato sulla carta stampata è ad oggi la base della cultura di ogni singola persona, anche se il tutto potrebbe avere raggiunto il classico climax prima dell’involuzione. Le direttive per un “2.0” della lettura sono fornite dallo stesso Bezos: «se si decide di fare una cosa del genere, bisogna fare qualcosa che sia pari a un libro […] E al contempo occorre dargli la possibilità di fare ciò che i libri normali non possono fare».

Amazon Kindle, come indicato, è la soluzione Amazon al problema. Amazon, è risaputo, è la miglior sintesi odierna tra i libri ed il web, anche se il tutto si è finora semplicemente tradotto in una forma moderna di commercializzazione dei libri nella loro forma classica. Amazon non ha fino a ieri portato nulla di rivoluzionario nella tecnologia in sè, ma ha invece rappresentato qualcosa di tremendamente nuovo nel momento in cui ha offerto a chiunque la possibilità di accedere a qualsiasi libro con comodità, rapidità e immediatezza d’acquisto.

Il successo commerciale è tutto derivato da questo tipo di impostazione. Con Kindle, ora, Amazon entra nel merito proponendo direttamente un modo nuovo di leggere i libri, sostituendo (con un’operazione che gli integralisti della lettura additeranno sicuramente con anatemi ed accuse di blasfemia) nientepopodimeno che sua maestà la carta. Un libro senza carta, infondo, è come un brano musicale senza CD: se ancora il nuovo mercato musicale non gode di ottima salute, è solo perchè è in atto un riassetto, ma il futuro non sembra certo compromesso. L’analogia con l’iPod è diretta e fin troppo semplice, forse semplicistica visto che le resistenze saranno sicuramente maggiori.

Kindle non sembra essere stilisticamente impeccabile, nè sembra potersi imporre come un oggetto di culto. Ma dal punto di vista dell’utilità ha molte, moltissime frecce al suo arco. La leggibilità, innanzitutto, ovvero l’elemento assolutamente fondamentale: una dotazione iniziale di 6 pollici con tecnologia speciale per permettere una visione comoda e rilassata per occhi abituati a superfici orizzontali (la grande differenza del pc è nella verticalità del suo schermo). E la visuale rimane ottimale anche in piena luce: aspetto non da sottovalutare. La batteria è stimata attorno alle 30 ore, quantità da commisurare con il ciclo di 24 ore della giornata: superato il ciclo giornaliero, il dispositivo può essere ottimale per la mobilità grazie alla certezza di un sosta per la ricarica. La connessione WiFi completa quest’ultimo aspetto, portando nel mobile la possibilità di reperire i contenuti desiderati.

Engadget segnala il fatto che Amazon avrebbe già pronti oltre 600 libri in “Kindle Edition”, numero reperibile con una ricerca sul sito stesso. Sebbene la prova non sia risultata ripetibile (probabilmente per l’assenza iniziale del dispositivo sul mercato internazionale), le prove indicate sembrano probanti di un imminente annuncio ed il prezzo della versione digitale risulta fin da subito leggermente minore rispetto alla versione tradizionale. L’annuncio ufficiale già parla di 90.000 titoli, con vari best seller a 9.99 dollari ed i primi capitoli offerti in omaggio per stimolare l’appetito dei lettori. Non solo: Kindle porta sullo stesso strumento di lettura i libri, i quotidiani ed i blog, tutti e tre accessibili tramite abbonamento con le spese per il wireless interamente a capo di Amazon. Wikipedia, invece, è disponibile a titolo gratuito come fonte riconosciuta del sapere distribuito.

Una scheda approfondita sul prodotto è disponibile qui.

Un gruppo che nel mondo dell’hardware ha tutte le possibilità di dire la propria è inoltre Sony. La casa giapponese ha infatti già colto l’opportunità che si potrebbe aprire ed ha così proposto il proprio Sony Reader Digital Book PRS-505. Trattasi innanzitutto già di una seconda versione: la prima PRS-500 attirò alcune contestazioni che già sembrano affrontate e risolte con la nuova release.

La proposta Sony giunge in duplice colorazione argento o blu, schermo da 4.9×3.6 pollici e definizione 600×800 (la pagina è conformata in verticale). La visibilità del testo è garantita dalla tecnologia “E-Ink“, la stessa del Kindle di Amazon, mentre la memoria risulta gestibile a piacimento grazie a tutta una serie di slot per le espansioni (in configurazione standard pare si possano archiviare poco più di 150 volumi, mentre sono 200 quelli accreditati alla soluzione Amazon). La ricarica del dispositivo può essere effettuata tramite USB, al pari degli iPod. La durata della batteria è risultata da 10/20 ore (prove CNet), dunque il ciclo di vita sembra essere ridotto rispetto al diretto concorrente (sebbene presumibilmente sufficiente a garantire un tranquillo uso in mobilità tra una ricarica ed un’altra).

300 dollari il prezzo di commercializzazione per un prodotto in grado di visualizzare immagini (JPEG, GIF, PNG), riprodurre file audio (MP3, AAC), aprire file testuali (Word, RTF, PDF). Il prezzo risulta alto rispetto alle funzioni ed all’utilità attuale del prodotto, ma occorre considerare il fatto che Kindle è annunciato in vendita a 399 dollari e tali livelli sono comunque destinati a diminuire con il passare del tempo e con l’instaurarsi delle naturali economie di scala.

Il design sembra già rappresentare un punto di vantaggio rispetto a Kindle, ma soprattutto in questo settore il design sembra non poter ancora rappresentare il valore aggiunto che offre o meno la vittoria ad un polo piuttosto che ad un altro. C’è una puntualizzazione relativa anche al Digital Right Management: ogni prodotto può essere trasferito e consultato fino a su 6 dispositivi differenti. Trattasi di un limite sicuramente ampio, ma trattasi comunque di un limite che il libro tradizionale “fisicamente” non aveva, potendo infatti passare di mano in mano all’infinito fintanto che pagine, copertina e rilegatura fossero perdurate.

A questo punto non resta che porsi tutta una serie di punti interrogativi. Nel momento in cui la rete ha fagocitato una tecnologia, infatti, non si è limitata a piccole appropriazioni, ma ha portato prepotenti cambiamenti sia tecnologici che culturali. È difficile insomma pensare che nel lungo periodo versioni digitali dei libri possano affiancare le versioni tradizionali per camminare in parallelo. La duplicazione non è un sistema economicamente ottimale e qualcuno deve soccombere perchè qualcun’altro vinca, guadagni e reinvesta.

Amazon da parte sua ha la forza dei libri e del proprio nome. Sony dalla sua ha una grande esperienza in ambito hardware e sa come portare avanti un prodotto di successo in questo settore. Microsoft dalla sua avrebbe tutto, ma non è solita a guidare le volate: preferisce stare nel gruppo fino all’ultimo chilometro e magari nel frattempo a Redmond si penserà se i progetti UMPC non vadano forse ripensati in quest’ottica. Al problema dell’hardware si aggiungerà il problema degli standard, delle compatibilità, dei soliti “walled garden” e dei software. C’è da capire inoltre quale sarà il punto di incontro tra la rete, il mobile ed il mondo dei libri: quale tra i vari progetti “Origami”, l’iPhone, l’iPod Touch o il Nokia N800 più si avvicina ad un all-in-one in grado di spiazzare il mercato? Se Apple sta pensando ad una avventura “tablet” potrebbe semmai ipotizzare anche una soluzione ad hoc per la lettura? I progetti di digitalizzazione dei libri avviati da Google e Microsoft potrebbero essere completamente disinteressati in quest’ottica? Quali espressioni nuove potrebbe trovare il mercato della pubblicità su contenuti fino ad oggi completamente estranei a questo modello economico?

Ma dietro a tutto ciò c’è una domanda ancora più seria e fondata da porre: fino a che punto ed in quali tempi l’innovazione sarà in grado di cancellare la fisicità del libro per sostituirlo con la pura rappresentazione digitale? Il vinile non era radicato nella nostra cultura e facilmente la musica è saltata dalle musicassette ai dischi fino ai CD: contenuto e contenitore erano sì legati, ma non con il rapporto carnale che la lettura e il libro hanno macinato per secoli. Per avviare una rivoluzione occorre che lo schermo da 16:9 possa diventare da 9:16; occorre che il gesto dello sfogliare le pagine sia sostituito da qualcosa di altrettanto intuitivo (Kindle ci ha provato con meritevole astuzia); occorre che post-it e appunti nei margini trovino un rincalzo adeguato. Non c’è solo la carta da sostituire, ma tutta la fisicità che ne fa da contorno. È ineludibile il fatto che vi ci si arriverà, prima o poi. Quando e come, invece, è ancora argomento da indovini. Anche se con il passare dei giorni la nebbia potrebbe diradarsi: i tempi elettronici imposti dall’innovazione hanno abituato ormai allo sgretolarsi del tempo, quel tempo che le biblioteche hanno invece cristallizzato per scelta, per convenzione, per storia. O, più semplicemente, per la natura stessa della tecnologia “libro”.

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