Comuni italiani: le tecnologie ci sono, l'uso no

Secondo uno studio promosso dall'università Bocconi i comuni italiani con più di 40.000 abitanti sarebbero adeguatamente forniti di tecnologia ma lo stesso i servizi scarseggiano. La colpa è ancora una volta della mentalità
Secondo uno studio promosso dall'università Bocconi i comuni italiani con più di 40.000 abitanti sarebbero adeguatamente forniti di tecnologia ma lo stesso i servizi scarseggiano. La colpa è ancora una volta della mentalità

Il problema della mancata tecnologizzazione dei comuni italiani non è più la tecnologia nè i fondi ma gli italiani. Fatta la rete locale dunque è ora di fare gli italiani. Sarebbe infatti la mentalità e la scarsa propensione ad investire tempo e risorse sulle tecnologie ciò che frena la diffusione di servizi in rete nelle realtà locali del nostro paese.

A dirlo è uno studio promosso dall’università Bocconi tramite l’Ocap (Osservatorio sul Cambiamento delle Amministrazioni Pubbliche) che ha analizzato 135 comuni tra quelli con più di 40.000 abitanti per stabilire quale fosse la situazione dell’information technology nei comuni. Il risultato è stato molto magro e italicamente speranzoso, nel senso che a, fronte dell’85% dei casi nei quali il budget destinato ai servizi via internet è minore dell’1% del totale, il 53% degli enti sostiene di aver elaborato un piano per l’attuazione di servizi con le nuove tecnologie e il 44% ha in progetto di elaborare piani simili a breve.

I computer invece sono presenti. Nel 60% dei comuni presi in esame ogni dipendente ha un computer, l’ufficio è cablato e l’amministrazione è dotata di un sito da almeno cinque anni. Ma i siti in questione sono nel 96% utilizzati unicamente come vetrina per offrire informazioni o, nell’89% dei casi, dispongono di un forum, il massimo dell’interazione consentita. Solo il 21% prevede sia possibile concludere transazioni online.

All’interno dell’amministrazione invece tutti i comuni prevedono la contabilità, l’anagrafe e la gestione delle paghe automatizzate, ma non necessariamente in connessione con il sito del comune, si tratta quindi di software indipendenti che non interagiscono tra loro.

Ma se la scarsa disponibilità di servizi offerti è di certo uno dei motivi fondamentali anche dello scarso utilizzo che i cittadini fanno dei siti dei propri comuni lo studio sottolinea anche come quella porzione che non fa uso abituale della rete per interagire con il comune (l’80%) lo faccia perchè dice di preferire il contatto con la persona, anche nel caso di pratiche non eccessivamente delicate. Una scusa che appare in linea con il nostro paese e che sembra il solito dito dietro il quale si nasconde il passatismo radicato nella mentalità italiana.

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