I venditori di eBay incrociano le braccia

Finisce oggi il primo sciopero nella storia dei venditori di eBay, una protesta che in 10 giorni ha portato a 13 milioni di oggetti messi in vendita in meno per il sito d'aste che tuttavia non intende assolutamente tornare sulle proprie decisioni
Finisce oggi il primo sciopero nella storia dei venditori di eBay, una protesta che in 10 giorni ha portato a 13 milioni di oggetti messi in vendita in meno per il sito d'aste che tuttavia non intende assolutamente tornare sulle proprie decisioni

Il 18 Febbraio, per la prima volta nella storia del sito d’aste numero uno al mondo , è partito uno sciopero dei venditori più attivi del marketplace per protestare contro le ultime decisioni della società tra le quali l’innalzamento delle tariffe d’inserzione e il cambio nel sistema dei feedback.

Lo sciopero finisce oggi e tutto dovrebbe tornare alla normalità ma visto che non si è registrata nessuna velleità da parte dell’azienda di tornare sui propri passi (anzi) è possibile immaginare che altre misure saranno prese nel prossimo futuro. La compagnia sostiene di non essere stata toccata dallo sciopero ma altri siti come dealscart.com o medved.net non concordano: secondo loro ci sarebbe stato un calo del 13% percento delle aste, corrispondente a 13 milioni di oggetti messi in vendita in meno.

I power user e power seller di eBay si sono coordinati proprio sul forum del sito d’aste, in un thread che ha raggiunto le 207 pagine e nel quale si può leggere delle decisioni di molti di chiudere e trasferirsi altrove. Parallelamente il sito numero 2 per la vendita online, Craiglist, ha registrato un deciso incremento degli oggetti in vendita.

L’accaduto tuttavia non sembra spaventare il sito d’aste che continua a dichiarare per bocca delle sue più alte cariche che non intende tornare indietro sulle sue decisioni, la principale delle quali, l’eliminazione dei feedback da parte dei venditori, è stata presa proprio per venire incontro ad altre proteste degli utenti.

eBay al momento non è nella sua fase di massimo incasso, deve ancora andare in positivo dopo l’acquisto di Skype e non sviluppa volumi di incassi da indurre a pensare che questo avverrà in tempi brevi. Molte delle iniziative messe in piedi per risollevarsi prevedono la distribuzione di buoni sconto per la vendita, hanno anche aiutato a far registrare un +20% di vendite, ma si tratta di cose episodiche che non hanno quasi nessuna influenza sul bilancio generale e sul trend di lungo periodo.

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