Sun si apre agli utenti con OpenSolaris

OpenSolaris è realtà: la prima versione stabile è stata presentata all'ombra di Solaris e, in stile Ubuntu, è stata denominata 2008.05. Tra i punti di forza del nuovo sistema operativo open v'è il filesystem ZFS ed un accordo strategico con Amazon
OpenSolaris è realtà: la prima versione stabile è stata presentata all'ombra di Solaris e, in stile Ubuntu, è stata denominata 2008.05. Tra i punti di forza del nuovo sistema operativo open v'è il filesystem ZFS ed un accordo strategico con Amazon

Nel corso della conferenza CommunityOne, Sun ha presentato la prima versione stabile di OpenSolaris, il sistema operativo completamente open, fratello minore del più famoso Solaris. La release presentata è la 2008.5 e prende il numero di versione dall’anno e dal mese di rilascio, in maniera simile a quanto già accade con la distribuzione Linux Ubuntu. Questa non è l’unica caratteristica a cui OpenSolaris si è ispirato.

Il nuovo sistema operativo, infatti, ha in comune molto con Linux: si tratta infatti di una vera e propria distribuzione, basata sul kernel OpenSolaris, che mette insieme una collezione di software sviluppati sia da Sun che in seno ad altri progetti esterni alla casa capitanata da Johnathan Schwartz, come l’interfaccia Gnome 2.22 (la stessa utilizzata dalla recente Ubuntu Hardy Heron) e Firefox 2. E le aspettative che Sun nutre per la sua ultima creatura sono altrettanto simili a quelle che Linux ha saputo coltivare nel corso degli anni.

Innanzitutto Sun è alla ricerca di una comunità che possa aiutare OpenSolaris a superare quel livello critico che separa il prodotto di nicchia da quello commercialmente valido. Proprio in quest’ottica Sun, poco più di un anno fa, ha assunto Ian Murdock, noto soprattutto per essere il fondatore della distribuzione Linux Debian (da cui anche Ubuntu deriva). Il compito di Murdock era proprio quello di dare uno spirito più comunitario alla distribuzione OpenSolaris, nota precedentemente come Project Indiana, che negli intenti di Sun dovrebbe andare a coprire una fascia di mercato diversa da quella di Solaris, per lo più utilizzato da grandi aziende e grandi uffici.

La differenza di target è chiara fin dalle architettura supportate: a differenza del fratello maggiore, OpenSolaris snobba i processori SPARC sviluppati da Sun apposta per equipaggiarne le workstation e i server di alto livello, per concentrarsi sulle sole macchine Intel x86, ovvero i comuni PC e Mac attualmente in commercio. Tuttavia OpenSolaris ha tra le sue munizioni alcune cartucce che, almeno sulla carta, danno al nuovo sistema operativo di Sun un certo vantaggio sulle alternative costruite attorno al kernel Linux. Innanzitutto OpenSolaris è la prima distribuzione ad utilizzare l’avanzatissimo filesystem ZFS, una delle tecnologie sviluppate dall’azienda madre di Java e di cui Sun va particolarmente fiera. Lo ZFS permette, ad esempio, di mantenere in memoria diverse versione dello stesso file ed è costruito per essere altamente tollerante ai guasti.

Sun ha inoltre stretto accordi con Amazon per garantire che OpenSolaris sia uno dei sistemi supportati dall’Elastic Compute Cloud, il servizio con cui Amazon permette di affittare dei server virtuali su cui far girare le proprie applicazioni web. Sun infatti spera che OpenSolaris possa guadagnarsi i favori degli sviluppatori web, dirottandoli dalla squadra LAMP (Linux, Apache, MySQL, PHP) alla nuova SAMP (Solaris, Apache, MySQL, PHP). La competizione con Linux si svolgerà anche nell’ambito prettamente commerciale: i contratti di assistenza offerti da Sun per OpenSolaris, simili a quelli offerti per Solaris, sono infatti più economici di quelli offerti da RedHat per il suo Advanced Server. Inoltre né RedHat né Novell offrono assistenza sulle loro distribuzioni liberamente scaricabili, rispettivamente Fedora e OpenSuse.

Secondo alcuni analisti, però, OpenSolaris riuscirà nel primo periodo ad interessare solo l’abituale utenza Solaris, mentre gli utenti Linux potrebbero avvicinarsi al sistema open di Sun solo spinti dalla curiosità verso la nuova (ma anche classica) alternativa comparsa nel mercato dei sistemi *NIX. In definitiva OpenSolaris «non rappresenta un chiaro e attuale pericolo per Linux». Uno degli ostacoli che potrebbe frenare un’eventuale migrazione è inoltre rappresentato dalla licenza: i componenti di OpenSolaris sviluppati da Sun sono rilasciati sotto la licenza CDDL (Common Development and Distribution License) che è sì una licenza open source, ma che non è compatibile con la più nota GPL 2 utilizzata invece per Linux. Questa incompatibilità non permette di integrare le caratteristiche di OpenSolaris in Linux e viceversa, e tale limitazione potrebbe far storcere il naso a molti sviluppatori, soprattutto dopo che per mesi si era ventilata l’ipotesi che Sun potesse rilasciare i sorgenti di Solaris sotto la licenza GPL 3.

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