Lotta alla pirateria, è l'ora dei governi

Sia in Spagna che in Gran Bretagna i governi hanno preso decisioni drastiche per combattere la sempre crescente pirateria audiovisuale. Una tassa medievale da una parte e l'obbligo a trovare un accordo tra detentori dei diritti e ISP dall'altra
Sia in Spagna che in Gran Bretagna i governi hanno preso decisioni drastiche per combattere la sempre crescente pirateria audiovisuale. Una tassa medievale da una parte e l'obbligo a trovare un accordo tra detentori dei diritti e ISP dall'altra

Dopo le mosse francesi i governi sempre di più prendono le redini della lotta alla pirateria, e se in stati come la Spagna promuovono antiquate tasse sull’acquisto dell’hardware, in Gran Bretagna, con la minaccia incombente di una nuova e pesante legge rispetto al diritto d’autore in rete, adesso ISP e detentori dei copyright stanno cercando una soluzione di mercato.

Dal primo luglio a tutti i device capaci di incamerare, riprodurre, registrare e copiare suoni e immagini sarà applicata una tassa di circa 3 euro che potrà essere pagata dai clienti o dai venditori: così ha deciso il governo spagnolo. Lo scopo come sempre è poi ridistribuire gli introiti della tassa ai detentori del diritto d’autore per compensarli delle perdite che vengono dalla pirateria. L’obiettivo della tassa è recuperare 117,8 milioni entro la fine dell’anno.

Dall’altra parte gli ISP britannici sostengono: «Ci hanno puntato una pistola alla tempia». A dirlo è uno dei molti dirigenti che stanno partecipando alle trattative, un braccio di ferro che vede i fornitori di connettività nel ruolo di coloro i quali non vogliono fare i gendarmi ma probabilmente saranno costretti e i detentori di contenuti nel ruolo di quelli che devono mediare con le loro richieste per riuscire ad ottenere qualcosa.

Il rischio è infatti di non riuscire a trovare una soluzione accettabile entro Aprile del 2009, data fissata dal Governo e dopo la quale prenderà in mano la questione. E come ricordano gli stessi dirigenti: «Una soluzione di mercato è sempre la cosa migliore perchè hai il controllo. Quando invece la soluzione è imposta dal Governo ti ritrovi nel ruolo di un bambino».

Non è chiaro a che punto siano le trattative nè come siano le forze in campo, di certo il settore si è ritrovato tutto al London Calling, l’annuale conferenza di settore che riunisce etichette, produttori, società di diritti, artisti e manager.

Uno dei punti di incontro è incarnato da Feargal Sharkey, un’ex popstar ora a capo della BMR (British Music Rights), un’organizzazione che rappresenta più di 50.000 soggetti tra compositori e editori: «Sono davvero ottimista» ha detto «Tre mesi fa queste persone non si sarebbero mai riunite nella stessa stanza».

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