Michael Robertson urla al complotto

Michael Robertson è un personaggio noto prima per MP3.com, poi per Linspire, quindi per Gizmo, ora per i problemi legali legati ad MP3tunes. Secondo Robertson i giudici vogliono ora colpirlo personalmente a titolo esemplificativo per altri CEO
Michael Robertson è un personaggio noto prima per MP3.com, poi per Linspire, quindi per Gizmo, ora per i problemi legali legati ad MP3tunes. Secondo Robertson i giudici vogliono ora colpirlo personalmente a titolo esemplificativo per altri CEO

Ma perchè ce l’hanno tutti con me? Si riassume in questo interrogativo l’ultimo “Michael’s Minute“, l’intervento periodico che Michael Robertson apporta sul proprio blog a sostegno delle proprie attività e della propria filosofia operativa. Il post affronta una questione spinosa di certo non nuova per Robertson: l’ex ideatore di MP3.com, infatti, è sotto indagine per violazione di copyright.

Robertson lamenta un particolare complotto da parte degli organi deputati al giudizio. L’accusa, infatti, non è verso la sua persona direttamente, ma verso MP3tunes, l’ultimo servizio messo in piedi da Robertson anche attraverso la velata collaborazione di DVD Jon. Robertson, l’uomo che dichiarò pubblicamente che «la pirateria è un male necessario», non è certo visto di buon occhio dai detentori di diritti, soprattutto in ambito musicale (nonché in casa Microsoft: Robertson è anche il padre putativo del progetto Linspire, oggi pronto a passare tra le mani di Xandros).

L’accusa, nel caso specifico, è firmata EMI. La casa discografica ha contestato le pratiche MP3tunes e gli inquirenti sono andati oltre mettendo in discussione anche i beni posseduti da Robertson, CEO del gruppo all’indice. Robertson difende MP3tunes, ma chiede anche che la sua persona non sia coinvolta: «EMI ha denunciato MP3tunes e ha nominato me personalmente nella denuncia […] accusano i CEO nella calcolata strategia di cercare di intimidire dirigenti e investitori dal mettere a punto start-up impegnate nella musica digitale».

Robertson difende dapprima il proprio gruppo, indicando in Google, Microsoft e AOL riferimenti che operano con minor legalità rispetto al suo particolare sistema. Quindi torna sul personale spiegando che la EMI vuole «la mia casa, la mia macchina, i fondi per il college per i miei figli». Peter Pezaris, Multiply: Robertson cita il caso in quanto analogo e adduce ad ulteriori casistiche similari per configurare il dolo. La tesi è chiara: c’è un complotto in atto, un disegno giuridico volto a colpire le persone per annichilire la difesa dei loro rispettivi gruppi. L’utenza di Robertson sembra dare ragione all’eclettico personaggio ed alla sua teoria.

L’appello di Robertson è ormai vecchio di due settimane. È però quantomeno simbolico il poter segnalare le sue sventure nel giorno stesso in cui infuria la polemica per la grama fine di una delle principali avventure di Robertson: Linspire, futura proprietà Xandros, proprio con Robertson visse il difficile periodo della guerra legale con Microsoft nella quale perse il nome “Lindows” in favore del nuovo battesimo.

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