Regency TR1, l'iPod degli anni '50

La Regency TR1, commercializzata nell’Ottobre del 1954, fu la prima radio a transistor sul mercato e, al momento del lancio, anche quella più piccola mai costruita. Misurando appena 13 x 8 x 3 centimetri e con un peso di 340 grammi, poteva veramente definirsi “tascabile”.

Usava una batteria Eveready 412 da 22.5V ed era basata su 4 transistor di produzione Texas Instruments.

Fu anche il primo prodotto transistorizzato a godere di una certa diffusione.

Nel 1954, Texas Instruments contattò RCA e altri produttori ma il progetto della radio a transistor, pur suscitando interesse, era potenzialmente pericoloso per le grandi aziende che evitarono di rischiare la propria immagine legandola ad un prodotto troppo innovativo che avrebbe potuto fallire.

Invece, una piccola compagnia di Indianapolis, la REGENCY (divisione della “Industrial Development Engineering Associates”) era proprio alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali e si mostrò interessata al lavoro di TI.

L’ingegnere capo della Regency, Dick Koch, perfezionò il progetto di TI portando il numero dei transistor necessari da sei a quattro e facendo in modo che potessero essere saldati sul circuito stampato senza testare le caratteristiche intrinseche dei singoli componenti, e questo ebbe un notevole impatto sui costi di produzione.

Una terza azienda, la “Painter, Teague & Petertil”, specializzata in design industriale, fu incaricata di progettare il contenitore in materiale plastico colorato, da realizzarsi per semplice stampaggio a caldo, senza alcuna successiva lavorazione meccanica.

La Regency TR1 poteva ricevere solo stazioni AM, il prezzo di lancio fu fissato a $49,95, non proprio economico per l’epoca. Come optional erano disponibili una custodia in pelle a $3,95 e un auricolare a $7,50.

Il successo fu immediato e divenne uno status symbol fra i giovani americani, tanto che viene spontaneo paragonarlo all’attuale fenomeno iPod: le piccole dimensioni, le linee semplici, i colori attraenti, la ghiera frontale sono probabilmente delle somiglianze casuali ma innegabilmente conferiscono un certo appeal.

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