L'Italia è malata di tecnofobia

Una recente inchiesta del Guardian ha messo in evidenza la scarsa diffusione di Internet nel nostro Paese. Gli italiani passano mediamente due sole ore online la settimana, e preferiscono di gran lunga il telefono cellulare per comunicare
Una recente inchiesta del Guardian ha messo in evidenza la scarsa diffusione di Internet nel nostro Paese. Gli italiani passano mediamente due sole ore online la settimana, e preferiscono di gran lunga il telefono cellulare per comunicare

L’Italia è un paese di tecnofobi. Sembra non avere dubbi in proposito il prestigioso quotidiano britannico The Guardian, che in una recente inchiesta ha analizzato il rapporto degli italiani con la Rete, partendo dai dati forniti dagli analisti di Jupiter Research. Il Bel Paese visto oltremanica sembra avere ancora scarsa dimestichezza con Internet e l’IT, una condizione destinata a penalizzare il nostro sviluppo e la competitività con il resto dei paesi europei.

Stando ai dati forniti dal Guardian, a fronte di un sensibile aumento della connettività in Italia, specialmente nelle aree più popolose, non si sarebbe registrata una crescita proporzionata nel consumo di Internet da parte degli italiani, con medie in alcuni casi inferiori a quelle registrate appena un anno fa. Mentre la Rete viene spesso trascurata, sembra non conoscere crisi il mercato della telefonia mobile, tecnologia recepita molto favorevolmente e ormai pienamente consolidata nell’uso quotidiano dell’utente italiano medio. Una vera e propria preferenza per soluzioni tecnologiche “semplificate” che rischia, in alcuni casi, di mettere in ombra le nuove opportunità offerte dalla banda larga e dai contenuti veicolati attraverso il Web.

L’analisi del Guardian è impietosa anche sulla media di utilizzo e sulle possibilità di accesso alla Rete. Un utente italiano passa mediamente appena due ore online alla settimana, dato avallato dalle opportunità di accesso a Internet. Nel nostro paese solamente il 32,8% della popolazione ha accesso alla Rete, a fronte del 68,4% dell’Olanda, del 57,5% della Gran Bretagna e del 48,8% della Francia. Condizione in grado di destare allarme e preoccupazione, ma che secondo il quotidiano britannico sarebbe invece vissuta con relativa indifferenza dalla maggioranza degli italiani.

Deviato probabilmente da una visione un poco stereotipata del “made in Italy” e dalle opportunità offerte dalla bellezza dei paesaggi e dal buon cibo nostrani, il Guardian descrive un Bel Paese che si muove con meno tecnologie e più lentamente rispetto agli altri stati europei, ma comunque in grado di mantenere la rotta e raggiungere un grado sufficiente di efficienza. Il vero tallone d’Achille rimane, per chi ci vede da lontano, una burocrazia pletorica e sostanzialmente refrattaria alle nuove tecnologie e alle opportunità offerte dalla Rete, che potrebbero migliorarne prestazioni e puntualità.

Il giudizio diviene, invece, fortemente negativo sull’attuale diffusione della banda larga nel nostro Paese e sui prezzi, imposti agli utenti dalle compagnie telefoniche, per la connettività. Un vero e proprio fardello, che fa ancora della Rete un prodotto per pochi e non uno strumento di massa accessibile anche dai meno abbienti. Infine, lo scetticismo investe anche il nostro esecutivo: «Il nuovo governo dell’Italia di Berlusconi probabilmente non sarà di aiuto. Le ultime elezioni sono state incentrate sulle misure per fermare la globalizzazione, attuare misure protezionistiche e una chiusura su sé stessa dell’Italia, spesso con critiche verso il mercato libero e l’apertura verso i mercati internazionali – elementi in cui Internet riveste un ruolo fondamentale.

Molti di coloro che non concordano con queste politiche hanno deciso di abbandonare la nazione, lasciando decidere al Bel Paese se sia davvero preferibile vivere nel passato, senza fretta e felicimente senza connessione».

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