Compugraph, le foto di Atari

Durante il 1974 Atari attraversava una grave crisi finanziaria e dopo aver monetizzato il successo dei suoi primissimi arcade game era nella condizione di dover ridefinire il suo business e le strategie commerciali. “O si cambia o si chiude” dichiarava Bushnell senza mezzi termini.

Ecco spiegato il fiorire delle filiali all’estero e della “pinball division” che ponevano Atari come produttore di sistemi d’intrattenimento a tutto tondo.

La più bizzarra delle nuove iniziative fu la Compugraph Foto, una mastodontica macchina funzionante a monete che combinava la tecnologia digitale di un computer, una TV a circuito chiuso e una stampante ad impatto, in grado di produrre un’immagine in computer grafica a grandezza (quasi) reale.

“What you see is what yuo get”, quella che oggi ci fa fischiare le orecchie, era la frase che pubblicizzava il grande scatolone: è l’utente che sceglie e seleziona l’inquadratura, esattamente quella che vede sul display.

Infatti, un monitor permette di vedere l’immagine catturata prima che questa venisse stampata.

L’operazione era semplicissima e consiste solo nella pressione degli appositi bottoni. Con il tasto “live”, il soggetto vedeva la sua ripresa in diretta nel monitor da 12″, si regolava contrasto e luminosità e quando si era soddisfatti della qualità dell’immagine, con il tasto “snap”, si otteneva un’istantanea di quanto visualizzato a schermo.

Grazie alla possibilità di personalizzare gli sfondi, creare semplici fotomontaggi, inserire
messaggi pubblicitari, la Compugraph Foto si ritagliò il suo spazio in fiere, manifestazioni ed eventi che attiravano un certo pubblico.

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