Non vedenti penalizzati dai touchscreen

Intervenendo al CES, Stevie Wonder e un gruppo di attivisti hanno invitato i produttori a creare oggetti tecnologici maggiormente usabili per i non vedenti. Le soluzioni esistono e funzionano, ma spesso non vengono applicate creando così nuove barriere
Intervenendo al CES, Stevie Wonder e un gruppo di attivisti hanno invitato i produttori a creare oggetti tecnologici maggiormente usabili per i non vedenti. Le soluzioni esistono e funzionano, ma spesso non vengono applicate creando così nuove barriere

I dispositivi dotati di schermi touchscreen rischiano di penalizzare seriamente i non vedenti. È questa la preoccupazione del famoso artista non vedente Stevie Wonder, intervenuto con un gruppo di attivisti all’annuale appuntamento tecnologico del CES (Consumer Electronics Show) di Las Vegas. Ai responsabili dello sviluppo delle nuove soluzioni tecnologiche è stata richiesta una maggiore attenzione verso le istanze dei ciechi, spesso impossibilitati a sfruttare pienamente le opportunità offerte dalle moderne tecnologie.

«Se poteste compiere qualche passo avanti, potreste darci l’emozione, il piacere e la libertà di essere parte [delle nuove tecnologie, ndr]» ha dichiarato con un accorato appello Stevie Wonder. Secondo il musicista, al momento mancherebbe una vera e propria coscienza del problema legato ai non vedenti. I pochi risultati finora raggiunti sono stati, secondo Wonder, il frutto di semplici casualità e non di un impegno concreto e consapevole da parte delle società. L’artista ha citato il caso di alcuni modelli di iPod e di Blackberry, concepiti senza pensare ad alcuna forma di disabilità come la cecità, eppure utilizzabili anche dai non vedenti grazie alla semplicità dei comandi da impartire e alla disposizione dei tasti.

Secondo il gruppo promotore di una tecnologia maggiormente attenta alle istanze dei non vedenti, se le società si attivassero per progettare prodotti utilizzabili anche da chi ha seri problemi visivi potrebbero derivare benefici anche per gli utenti vedenti. Comandi semplificati, soluzioni per inviare input più rapidamente e con maggiore precisione sui dispositivi e comandi vocali potrebbero abbattere le attuali barriere, rendendo i nuovi terminali accessibili a tutti senza sostanziali distinzioni. «Non vogliamo rallentare il progresso tecnologico. Diciamo semplicemente: pensa all’interfaccia e organizzala in modo tale che sia semplice. Più rendi semplice una interfaccia di un prodotto, più persone riuscirai a raggiungere siano esse vedenti o non vedenti» ha dichiarato Chris Danielsen, portavoce della National Federation Fot The Blind.

La progressiva diffusione degli schermi touschscreen sta mettendo in seria difficoltà chi ha problemi legati alla vista. L’assenza quasi completa di tasti costituisce un ostacolo per interagire con i display dei terminali mobili, dei PC e ora anche dei televisori. L’aggiunta di semplici tecnologie per fornire feedback acustici o tattili, o lo studio di interfacce progressive con un ordine preciso di menu e sottomenu potrebbe alleviare sensibilmente il problema, consentendo anche ai non vedenti di fruire delle nuove opportunità offerte dall’elettronica, specialmente di consumo.

L’appello degli attivisti e di Stevie Wonder sembra comunque aver colto nel segno. Durante alcuni meeting al CES, numerosi protagonisti hanno confidato di essere al lavoro per l’implementazione di nuove soluzioni per i non vedenti. Google lavora da alcuni mesi a una versione del suo Android concepita per chi ha problemi di vista, mentre sul fronte dell’hardware è al lavoro per creare touchscreen in grado di fornire risposte tattili agli utenti. La National Public Radio degli Stati Uniti ha annunciato un progetto per diffondere alcuni programmi anche attraverso un particolare ricevitore dinamico, in grado di generare testi in Braille, mentre altri produttori hanno confermato l’intenzione di rivedere alcune specifiche delle interfacce per i loro futuri prodotti.

Le soluzioni tecnologiche utili per alleviare e, in alcuni casi, azzerare il problema sono ormai note e disponibili. Un impegno serio e costante da parte degli sviluppatori e dei costruttori potrebbe rendere presto i dispositivi più accessibili per tutti. Una buona tecnologia, del resto, dovrebbe lavorare per abbattere le barriere, non certo per costruirne di nuove.

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