Google, M-Lab per misurare la Net Neutrality

L'aveva promesso solo pochi mesi fa: Google, impossibilitata a perseguire la Net Neutrality cercando trasparenza presso il mondo degli ISP, intende cercare le informazioni necessarie direttamente tramite l'utenza. I tool M-Lab monitoreranno gli ISP
L'aveva promesso solo pochi mesi fa: Google, impossibilitata a perseguire la Net Neutrality cercando trasparenza presso il mondo degli ISP, intende cercare le informazioni necessarie direttamente tramite l'utenza. I tool M-Lab monitoreranno gli ISP

Il Measurement Lab è un servizio creato nel nome della Net Neutrality. Il sito, infatti, permette ai singoli utenti di verificare le caratteristiche della propria connessione, così da poter evidenziare eventuali filtri di cui non si era a conoscenza. La NetNeutrality è una delle grandi sfide del futuro prossimo: così come le grandi telco tentano di filtrare il traffico per scopi più o meno nobili, chi difende i diritti dell’utenza auspica una neutralità piena delle Reti così che ogni singolo pacchetto di dati possa convivere democraticamente con qualunque altro pacchetto senza distinzione di origine, destinazione, utilità e natura.

Inevitabilmente nel team è presente Google, l’azienda che più di ogni altra si sta prodigando per l’affermazione della Net Neutrality. Il Measurement Lab è stato messo a punto in collaborazione con il New America Foundation’s Open Technology Institute ed il PlanetLab Consortium. Tre gli obiettivi dichiarati: distribuire strumenti per gli utenti, creare una piattaforma aperta per la ricerca scientifica, distribuire dati precisi ed affidabili per la community dei ricercatori. Il tutto è racchiuso nel manifesto che l’M-Lab presenta online: «Il Measurement Lab (M-Lab) è una piattaforma aperta e distribuita per i ricercatori […]. L’obiettivo dell’M-Lab è di stimolare la ricerca e dotare il pubblico di informazioni utili relativamente alla propria connessione broadband. Potenziandone la trasparenza, M-Lab aiuta a sostenere una salutare ed innovativa Internet».

Ad oggi sono tre i test messi a disposizione dall’M-Lab:

  • Network Diagnostic Tool: per la diagnosi di problemi nella limitazione della velocità;
  • Glasnost: per verificare eventuali limitazioni su BitTorrent
  • Network Path and Application Diagnosis: per diagnosticare problemi comuni che impattano sull’ultimo miglio della rete

Quando Richard Whitt, responsabile Google per la Net Neutrality, annunciò la volontà di mettere in piedi gli strumenti di misurazione privata, la sfida agli ISP fu frontale: «Se gli ISP non ci dicono esattamente che succede vogliamo dare agli utenti il potere di capirlo da soli. Le forze che abbiamo contro sono reali e potenti. Sono dove sono da decenni e hanno le tasche molto profonde. Hanno importanti legami con quelli di Washington e forse possiamo trasformare questo dibattito in una guerra ad armi pari sul piano dei software invece che della politica». Oggi il tutto ha trovato concretizzazione nel nuovo progetto: «M-Lab è solo all’inizio del proprio sviluppo. Ad oggi tre strumenti di test sono disponibili, girano su tre server in una sola postazione e possono supportare un numero limitato di utenti in contemporanea. Un totale di 36 server sarà messo a disposizione su 12 postazioni agli inizi del 2009». Due test, nel frattempo, sono già annunciati in aggiunta al pacchetto odierno: DiffProbe, che verificherà eventuali priorità nella gestione dei pacchetti da parte dell’ISP, e NANO, che verificherà quali ISP degradano le performance per taluni utenti, talune applicazioni o particolari destinazioni.

L’M-Lab ha avuto parecchia pubblicità nelle ultime ore grazie al supporto di Google all’iniziativa (il cordone ombelicale tra le parti è in Vint Cerf) ed i server dedicati ai test sono dunque per la maggior parte del tempo a pieno regime senza la possibilità di accettare altri utenti. Alla luce delle recenti indagini che hanno scoperto, accusato e condannato alcuni ISP impegnati in una attività di filtro sui pacchetti, i risultati dei vari test potrebbero sollevare una nuova sensibilità nell’opinione pubblica ed una maggior presa di coscienza su quello che deve essere il rapporto tra ISP ed utenza. I risultati, insomma, potrebbero permettere di mettere alla berlina situazioni di particolare irregolarità, spingendo per logica conseguenza l’acceleratore sulla via della Net Neutrality.

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