TechCrunch e lo sputo della discordia

Micheal Arrington, autore di TechCrunch, si è visto ricevere uno sputo sul viso e ha deciso di prendersi un mese di vacanza. Troppa litigiosità e continui conflitti con le startup avrebbero ormai esasperato il clima, portando anche a minacce di morte
Micheal Arrington, autore di TechCrunch, si è visto ricevere uno sputo sul viso e ha deciso di prendersi un mese di vacanza. Troppa litigiosità e continui conflitti con le startup avrebbero ormai esasperato il clima, portando anche a minacce di morte

«Mentre abbandonavo la DLD Conference di Monaco, qualcuno mi è venuto incontro e mi ha deliberatamente sputato in faccia. Prima ancora che potessi comprendere che cosa stesse accadendo, l’uomo è sparito nella folla, una semplice testa scura in un vestito scuro. Le persone accanto a me mi hanno fissato, poi hanno ripreso a conversare». Michael Arrington, il padre del famoso sito di informazione online TechCrunch, racconta con amarezza l’episodio che l’ha visto protagonista martedì scorso, quando al termine di una conferenza ha subito uno spiacevole fuoriprogramma ricevendosi uno sputo sul viso.

«In passato sono stato strattonato, tirato, spintonato e maltrattato in altri modi durante gli eventi, ma nessuno mi aveva ancora sputato addosso. Penso che sia giunto il momento per porre un limite» scrive Arrington in un lungo post su TechCrunch. Secondo l’autore di uno dei più influenti siti di informazione tecnologica del Web, l’episodio sarebbe la chiara dimostrazione del clima difficile e sempre più teso instauratosi tra chi informa online e le nuove società interessate ad avere visibilità per promuovere i loro prodotti e servizi. Specializzato nella presentazione delle startup, TechCrunch raggiunge un bacino di oltre due milioni di lettori al mese e costituisce dunque un ottimo trampolino di lancio per gli emergenti. Dare ascolto a tutti non è però semplice e le scelte editoriali portano inevitabilmente a trascurare qualcuno.

Nel corso degli anni Arrington è così finito nel mirino di numerosi detrattori, pronti ad accusarlo di deliri di onnipotenza e a criticarne duramente il lavoro. Una condizione divenuta ormai insostenibile secondo l’autore di TechCrunch, che qualche mese fa ha anche dovuto affrontare alcune minacce di morte: «Durante la scorsa estate uno squilibrato ha minacciato di uccidere me e la mia famiglia. Non si è dimostrato molto discreto: mi ha chiamato in ufficio, mi ha inviato email ed ha anche pubblicato alcuni post sul suo blog, quindi non è stato difficile determinare la sua identità. Secondo gli esperti di sicurezza che abbiamo consultato, le minacce erano serie. L’individuo in questione aveva già a suo carico un crimine e possedeva una pistola».

Una condizione molto difficile da sostenere e, secondo Arrington, causata anche dalla costante escalation dei toni all’interno dei commenti e dei blog, sempre più ipercritici sull’operato di TechCrunch. Determinato a fare maggiore chiarezza sulle ultime vicende e a riportare il confronto entro i confini del dialogo civile, il principale autore del sito comunica nel post di voler prendere un mese di pausa. «Scriviamo di tecnologia e imprese. Queste cose sono importanti, ma non così importanti da dover temere per la sicurezza nostra e delle nostre famiglie» conclude Arrington, congedandosi per il mese di febbraio dai suoi lettori.

Seppur comprensibile, numerosi detrattori vedono nella scelta di Michal Arrington una semplice strategia per ottenere un poco di pubblicità e spostare maggiormente l’attenzione su TechCrunch. L’autore del famoso sito non è del resto nuovo a dichiarazioni a effetto per destare l’attenzione dei media. Intervistato dal New York Times nell’aprile dell’anno scorso, Arrington confidò di essere ingrassato di quasi 15 Kg e di soffrire di insonnia a causa della sua professione sedentaria e sempre davanti a un personal computer. La notizia fece scalpore, specialmente all’interno della blogosfera, e sviluppò un’ampia conversazione che naturalmente faceva perno su Arrington e sulla sua creatura TechCrunch.

Il fatto stesso di aver optato ora per un congedo in seguito a uno sputo ricevuto in faccia e non per le ben più serie minacce di morte, ricevute qualche mese fa, desta ulteriori dubbi tra i detrattori di Arrington. I livelli di litigiosità online sono spesso molto alti, favoriti talvolta dalla scorretta percezione di un anonimato che consente di andare oltre il consentito, ma la posizione di Arrington in merito appare quasi strumentale e inserita in una logica di marketing: da episodio condannabile e spiacevole, quello sputo ricevuto a Monaco sembra essersi tramutato in una buona occasione per farsi pubblicità.

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