I motori di ricerca uniti attorno ad un tag

Google, Yahoo e Microsoft hanno trovato un accordo che crea uno standard de facto attorno al tag "canonical". Chi gestisce un sito Web avrà ora la possibilità di decidere quale, tra più pagine ripetute, sia quella principale. I motori ascolteranno
Google, Yahoo e Microsoft hanno trovato un accordo che crea uno standard de facto attorno al tag "canonical". Chi gestisce un sito Web avrà ora la possibilità di decidere quale, tra più pagine ripetute, sia quella principale. I motori ascolteranno

I tre maggiori motori di ricerca sul mercato hanno trovato un accordo di natura eccezionale attorno ad un tag. Un semplice tag, in grado di risolvere problemi comuni a tutto il settore, ha portato i tre gruppi a concordare un comportamento comune, una azione congiunta, un intervento risolutorio a cui ora dovranno partecipare anche i singoli webmaster interessati. Tutto gira attorno al “canonical“, tag che l’accordo tra i tre motori rende in pratica, al di fuori dell’ufficialità, uno standard “de facto”.

Già disponibili online gli annunci tanto di Google, quanto di Microsoft e Yahoo. L’obiettivo comune è quello di lasciare ai gestori dei siti web l’onere e la responsabilità di scegliere quali siano i contenuti principali da proporre ai motori, scartando i duplicati e riducendo così i problemi generati dalle pagine ripetute e dai contenuti ridondanti. Il semplice tag “canonical” sarà la parola d’ordine che, inserendosi nel codice comunicativo tra motore e sito web, detterà l’ordine di importanza da seguire.

La formulazione del codice prevede una particolare stringa all’interno dell’ “head” della pagina:

Tag Canonical

Tale indicazione suggerisce al motore di utilizzare la pagina “product.php?item=swedish-fish” come pagina predefinita nel caso in cui vengano trovate pagine similari ripetute. Nell’interpretazione delle pagine il motore userà peraltro una certa elasticità, ignorando ad esempio minime differenze a livello di contenuto o tenendo in considerazione le possibili discrasie prodotte da indicizzazioni avvenute ad una certa distanza temporale l’una dall’altra. Nella propria spiegazione Google introduce inoltre tutta una serie di casi particolari (redirect, 404, domini differenti, eccetera) a cui prestare attenzione in fase d formulazione del codice.

Nel caso in cui il motore in fase di indicizzazione non incontri una pagina “canonical”, ne formulerà una secondo gli algoritmi fino ad oggi utilizzati. Il suggerimento al motore è però ovviamente una scelta interessante perché permette al gestore del sito di istruire l’utente in fase di ricerca guidandolo verso la pagina che potrebbe essere la più interessante. Così facendo si alleggerisce il motore di una responsabilità alla quale non è mai riuscito a far fronte: le pagine duplicate sono un problema evidente nei sempre più immensi archivi dei motori e poterne preordinare alcune significa diminuire il rumore ed aumentare l’utilità per tutte le parti coinvolte (utente finale compreso).

Tra i motori c’è accordo ma, come sottolinea non senza ironia SearchEngineWatch, gli approcci sono differenti ed un tantino confusi. La spiegazione Google è semplicistica, quella Yahoo fin troppo complessa, quella Microsoft relativa ad una funzione che ancora non si sa quando verrà adottata completamente («sometime in the near future»). Come ogni novità, infatti, sarà soggetta ad un periodo di valutazione, all’interno del quale verrà tenuto d’occhio anche il possibile comportamento fraudolento dei siti web per commisurare il grado di affidabilità che i motori dovranno dare alle indicazioni delle singole “canonical”.

Lo standard è cosa concreta (sebbene del tutto non ufficiale) ed entro breve le SERP dei vari motori dovrebbero iniziare ad assorbire le indicazioni provenienti dai primi tag che faranno comparsa nel codice delle pagine indicizzate. Per gli esperti SEO ci sarà un ragionamento in più da fare in fase di posizionamento.

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