Obama spreme lo spettro radiofonico

Oltre ad aver pagato per la licenza d'uso delle frequenze radiofoniche utili alla trasmissione wireless ora il governo ha intenzione di aggiungere un'imposta per i carrier che aumenta di anno in anno per 10 anni. Una soluzione da 4,8 miliardi di dollari
Oltre ad aver pagato per la licenza d'uso delle frequenze radiofoniche utili alla trasmissione wireless ora il governo ha intenzione di aggiungere un'imposta per i carrier che aumenta di anno in anno per 10 anni. Una soluzione da 4,8 miliardi di dollari

Lo spettro radio sarà spremuto quanto più è possibile: così l’amministrazione Obama intende contribuire a riempire i buchi che la crisi economica sta generando. Nonostante già dagli anni ’90 il governo guadagni introiti dall’uso dello spettro, ora lo sfruttamento aumenterà di intensità.

Il nuovo piano economico per il 2009 e il 2010 prevede infatti l’aggiunta di una nuova imposta a carico dei carrier per avere la licenza all’uso dello spettro. Si tratta di imposte che partono da 50 milioni di dollari nel 2009 e aumentano già nell’anno successivo fino a 200 milioni, per poi arrivare a 550 milioni nel 2019. Così l’amministrazione sostiene di poter ottenere in totale 4,8 miliardi di dollari.

La cifra prevista però è la sola entrata nei prossimi dieci anni. Lo spettro infatti è una risorsa limitata e il governo mettendolo all’asta appalta il suo sfruttamento ai privati, ma più di quello non può fare. Già circa un anno fa aveva assegnato le licenze per l’utilizzo del blocco a 700Mhz tramite un’asta molto discussa. In quel caso i proventi furono di 19 miliardi di dollari.

Nonostante ancora non siano arrivati commenti in merito da parte dei grandi carrier (Sprint, Nextel, T-Mobile, AT&T e Verizon, quelli che poi dovrebbero trovarsi a sborsare i soldi), è facile prevedere che faranno tutto quello che è nelle loro possibilità per battersi contro una simile decisione. Contrariamente al passato, però, ora un Congresso a maggioranza democratica potrebbe essere molto più reticente a venire incontro alle compagnie e molto più incline a sostenere il pacchetto promulgato dal governo.

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