Ancora sulla proposta di legge anti-pedofilia, pardon, anti-pirateria

Prosegue il dibattito, sia in rete che nelle aule della politica nostrana, circa la proposta di legge firmata dall’On. Gabriella Carlucci, inizialmente presentata come un provvedimento atto a combattere il grave problema della diffusione di materiale pedopornografico in rete, ma che ha poi assunto i connotati di una mossa in favore della tutela del diritto d’autore, in seguito all’apparizione di Davide Rossi (presidente Univideo) tra i collaboratori alla stesura del testo.

Attualmente la proposta si trova al vaglio della Commissione Trasporti e, nel tentativo di mettere a tacere una volta per tutte le critiche insorte, il team al servizio della 50enne politica originaria di Alghero ha inviato una nuova lettera a Webnews, di cui di seguito sono riportati alcuni passaggi.

Nei giorni scorsi in rete si è discusso parecchio, in alcuni casi in maniera violenta e offensiva, sulla proposta di legge avanzata dall’On. Gabriella Carlucci in merito al vietare l’anonimato in rete. La proposta in questione non è affatto liberticida anche se con le opportune modifiche.

È stato detto che la proposta di legge avanzata dall’On. Carlucci di vietare l’anonimato su Internet tende a mascherarsi dietro alla pedofilia, ai reati di diffamazione (sempre più frequenti) e ad altri reati, ma che in effetti è studiata per difendere il Diritto d’autore e punire chi illegalmente scarica dalla rete opere coperte da tale Diritto. Bene, e se così fosse cosa ci sarebbe di strano?

Lo stesso discorso va fatto per i casi di diffamazione. Si chiede di rimanere anonimi per avere la possibilità di diffamare gli altri senza però essere perseguiti o senza dare la possibilità al diffamato di potersi difendere. Ma di che libertà si sta parlando? Forse di quella a delinquere?

Se io ho una critica o addirittura una accusa da muovere verso qualcuno e sono sicura che quello che affermo corrisponda a verità, che necessità ho di nascondermi dietro all’anonimato? L’Italia non è la Cina (o altri Paesi) dove l’anonimato è spesso una necessità che può salvare la vita.

Che società è quella che giustifica un atto illegale con le libertà individuali? Il termine stesso di società presuppone che ci siano delle regole e non che esista la completa anarchia. Chi non delinque non ha niente da temere, almeno nella nostra società, mentre chi ha intenzione di delinquere vuole che Internet rimanga così com’è ora, un’isola di completa anarchia dove non esistono leggi specifiche.

Nella proposta di legge formulata dall’On. Carlucci, non si ravvisa alcuna limitazione del Diritto, anzi, si ravvisa la volontà di colpire chi delinque, che sia chi viola il Diritto d’autore o che sia un pedofilo. Contrastare questa proposta di legge basandosi sul fatto che sia stata creata per colpire chi scarica illegalmente dalla rete prodotti coperti da copyright è semplicemente ridicolo, perché si chiede di chiudere gli occhi di fronte ad una palese illegalità. Che poi la proposta non sia perfetta è un altro discorso.

Non vale poi la “scusa” che le forze dell’ordine hanno già in mano i mezzi necessari per rintracciare chiunque su Internet. A parte che non sempre è vero, poi non si capisce perché le forze di polizia debbano dannarsi l’anima per mesi a dare la caccia a qualcuno che salta da un server all’altro spendendo denaro pubblico in gran quantità quando potrebbero benissimo sapere chi è nel giro di pochi minuti.

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