Quando eBay salva l'archeologia

Il proliferare di falsi reperti archeologici su eBay sta soffocando il mercato nero delle antichità. La vendita del materiale contraffatto si rivela molto più redditizia e sicura rispetto al contrabbando degli originali, con buona pace degli archeologi
Il proliferare di falsi reperti archeologici su eBay sta soffocando il mercato nero delle antichità. La vendita del materiale contraffatto si rivela molto più redditizia e sicura rispetto al contrabbando degli originali, con buona pace degli archeologi

Quando alcuni anni fa eBay iniziò ad affermarsi come un valido sistema per il commercio di beni tra singoli individui, numerosi archeologi lanciarono l’allarme su un possibile ritorno di fiamma del mercato nero dei reperti. Gli esperti di antichità temevano, infatti, che il nuovo sistema per lo scambio delle merci online tra privati cittadini potesse favorire il commercio sottobanco dei reperti archeologici con evidenti danni per lo studio delle popolazioni antiche. A distanza di diverso tempo dalle prime previsione catastrofiche, alcuni esperti sono ora ritornati sui loro passi, constatando come eBay abbia in realtà tenuto a bada il mercato nero grazie al proliferare di reperti falsi.

Secondo l’archeologo Charles Stanish, professore di antropologia alla University of California ed esperto di culture precolombiane, la vendita di materiali archeologici contraffatti su eBay si sta rivelando molto più redditizia rispetto alla tradizionale vendita illegale dei reperti archeologici originali. «Buona parte dei tanti venditori di oggetti sono passati dal saccheggiare i siti archeologici al produrre antichità false. Ho tenuto sotto osservazione le antichità di eBay per anni, e secondo la mia esperienza, questo passaggio è avvenuto intorno all’anno 2000, circa cinque anni dopo la fondazione di eBay» scrive Stanish in un articolo da poco pubblicato sulla rivista specializzata Archaeology.

L’archeologo della UCLA ricorda come la contraffazione delle antichità sia un fenomeno che accompagna da diversi secoli la storia dell’uomo. La produzione dei falsi può richiedere tempo, ma da un punto di vista prettamente economico si rivela molto più conveniente dei rischiosi saccheggi nei siti archeologici. Le pene per chi sottrae reperti dalle aree di ricerca sono generalmente molto alte, mentre la contraffazione abbinata a un sistema di vendita che garantisce un discreto livello di anonimato come eBay può offrire maggiori introiti per i truffatori e rischi minori nei confronti della legge.

«Un altro fattore economico – il rischio dell’arresto – viene rimosso dai falsi di eBay, poiché non si può essere arrestati per aver importato materiale contraffatto. Se provvedi all’importazione di antichità che pensavi fossero illegali ma che si rivelano poi dei falsi, rischi molto poco dal punto di vista legale. Il rischio di cause legali o incriminazioni viene di fatto scampato quando le antichità vendute si rivelano fasulle, un particolare che riduce costi e rischi sia per il venditore che per l’acquirente» scrive Stanish nel suo articolo.

Secondo l’archeologo, il sistema di vendite online di eBay ha favorito sensibilmente lo sviluppo di numerose iniziative commerciali legate ai reperti contraffatti a tal punto da soffocare il contrabbando degli originali. Numerosi artigiani abituati a vendere le loro copie ai turisti ai margini dei siti archeologici possono usufruire ora, grazie al famoso sito per le aste online, di una vetrina su scala globale nella quale esporre le loro merci. Il fenomeno è ormai dilagante e ha portato a una serrata competizione tra gli artigiani, impegnati nella creazione di falsi sempre più curati e aderenti agli originali e tali da trarre in inganno anche gli occhi più esperti.

L’impossibilità di distinguere un reperto originale, illegalmente messo in vendita, da un semplice falso ha disincentivato sensibilmente gli acquisiti da parte dei clienti del mercato nero su eBay. La catastrofica previsione su un ritorno di fiamma del commercio illegale di beni archeologici sembra essere stata smentita, ma il fenomeno continua naturalmente al di qua dello schermo con metodi molto tradizionali, affinati in secoli di scambi sottobanco.

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