Yahoo entrerà nel mondo dei social network

Il gruppo rimasto al momento maggiormente ai margini del mondo dei social network è stato Yahoo e ciò nonostante fosse stato tra i primi, anni or sono, a crederci. Oggi le opportunità sono però importanti ed Ari Balogh promette scintille entro breve
Il gruppo rimasto al momento maggiormente ai margini del mondo dei social network è stato Yahoo e ciò nonostante fosse stato tra i primi, anni or sono, a crederci. Oggi le opportunità sono però importanti ed Ari Balogh promette scintille entro breve

Yahoo si sta guardando attorno. Il gruppo, pur se in crisi profonda dopo le vicissitudini degli ultimi anni, si trova immerso in un mercato depresso e pieno di opportunità. Per questo motivo le possibilità per risollevarsi ci sono ed il gruppo, rinfrancato dalla cura Bartz, intende tentare ogni via utile per rilanciare il recupero. Partendo dai social network.

A parlare è Aristotle “Ari” Balogh, stretto collaboratore del CEO Carol Bartz entrato nel team dallo scorso Febbraio e proveniente da VeriSign. Sebbene dalle parole di Balogh non trapeli alcunché di dettagliato, le intenzioni sono chiare: Yahoo è pronto a muoversi e, dopo aver rimesso i conti in ordine, si apre anche la strada per qualche acquisizione. Il mondo dei social network in particolare risulterebbe interessante: il gruppo avrebbe già intrattenuto interessanti colloqui ed ora l’idea è quella di un mix di acquisizioni e sviluppo per far propria esperienza esterna da far fruttare all’interno dei progetti interni in via di definizione.

Suona strano sentire nel 2009 Yahoo voler investire per lanciarsi nel mondo del social networking. Era infatti il 2005 quando sempre Yahoo predicava l’Eldorado “social”, investendo nell’anonima Ludicorp e lanciando un Yahoo 360 oggi già scomparso. Erano anni di grandi promesse (scriveva il Washington Post: «il numero degli utenti dei servizi di social networking è in rapido aumento, e se ancora non c’è profitto, ci sarà presto») e mentre Yahoo piangeva Google non rideva: Orkut, nato ad inizio 2004, non ha mai brillato limitando al Brasile l’unica circoscritta espressione di successo.

Le promesse di Balogh, però, non son tutta farina del proprio sacco: già a fine 2008, quando ancora la Bartz non si era insediata come nuovo CEO, già a Sunnyvale si annunciava la cosiddetta Yahoo Open Strategy (Y!OS), già si parlava di piattaforma e già si ipotizzava la possibilità di far maturare risorse di social networking sull’ampia base di utenza raccolta sotto il brand Yahoo.

Una cosa sembra oggi ormai certa: Yahoo ha alzato bandiera bianca sul fronte della ricerca online. Ciò nonostante anche in questo settore il gruppo intravede forti opportunità: gli attuali “dieci collegamenti blu” (con chiaro riferimento alle SERP di Google) hanno ormai fatto il loro tempo e «quello che posso dirvi è che il cuore delle esperienze degli utenti online non si limiterà a questo tipo di ricerca». Trattasi peraltro di un punto di vista condiviso dalla stessa Google: nei giorni scorsi da Mountain View sono giunti nuovi ed ulteriori riferimenti a Twitter come l’arma necessaria per l’instant search, quel che può portare sui motori una dimensione di immediatezza nuova e sconosciuta.

Quando si analizza il mondo della ricerca online il fenomeno AltaVista è quello richiamato da tutti: un grande successo ed una caduta repentina, il tutto semplicemente in seguito alle pressioni di nuovi attori di mercato in grado di cambiare le regole del gioco. Wolfram Alpha si è proposto con queste peculiarità, Twitter manifesta qualità proprie, il mondo dei social network sembra poter fare da complemento universale. Yahoo si inserisce in questo contesto candidandosi a futuro protagonista, di nuovo: «La nuova generazione di prodotti per i social network costituisce un mercato nel quale Yahoo deve essere protagonista, secondo Balogh, il quale ha citato i nuovi aggiornamenti che saranno introdotti sui siti Yahoo nei prossimi mesi come punto focale della strategia dell’azienda in questo campo. L’imponente numero di utenti che utilizza Yahoo costituisce una buona base di partenza, per un’azienda che potrebbe costruire così la sua “infrastruttura sociale”, con una ventaglio di prodotti poi sviluppati da altre aziende».

Sulle possibili acquisizioni viene però stemperato un velo di mistero: «Siamo in contatto con aziende che voi potreste non conoscere così come stiamo interagendo in maniera più aggressiva con aziende che, invece, già conoscete».

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