Banda larga, Italia contro resto del mondo

L'OECD ha rilasciato un approfondito rapporto sullo stato del broadband nei 30 stati che aderiscono alla sua organizzazione. L'Italiaè al 22esimo posto per numero di abbonati ogni 100 abitanti alla banda larga e quasi a sorpresa è uno dei paesi meno cari
L'OECD ha rilasciato un approfondito rapporto sullo stato del broadband nei 30 stati che aderiscono alla sua organizzazione. L'Italiaè al 22esimo posto per numero di abbonati ogni 100 abitanti alla banda larga e quasi a sorpresa è uno dei paesi meno cari

Con i suoi 11 milioni circa di abbonati, in termini assoluti l’Italia si colloca al settimo posto nella classifica dei paesi dell’OECD per numero di abbonamenti alla banda larga. L’Organization for Economic Cooperation and Development ha da poco rilasciato un ampio rapporto sullo stato del broadband nei 30 stati che aderiscono alla famosa organizzazione internazionale nata circa 60 anni fa per rendere più semplice la gestione del Piano Marshall per la ricostruzione dell’Europa nel secondo dopoguerra. I dati forniti dall’OECD fanno riferimento allo scorso dicembre 2008 e dipingono pregi e contraddizioni nella progressiva adozione della banda larga in numerosi paesi del mondo.

Al primo posto della classifica stilata dagli esperti dell’OECD si collocano gli Stati Uniti con ben 80 milioni di abbonati al broadband. Gli States sono seguiti dal Giappone con oltre 30 milioni di sottoscrizioni alla banda larga e, al terzo posto, dalla Germania con 22,5 milioni di utenti. Occorre invece attendere la settima posizione per trovare il nostro Paese, preceduto al sesto dalla Corea (15,5 milioni di abbonati) e seguito all’ottavo posto dal Canada (circa 9,5 milioni). Fanalino di coda nella classifica stilata dall’OECD è l’Islanda con meno di 100mila sottoscrizioni.

I dati forniti dall’Organization for Economic Cooperation and Development sul broadband assumono un maggiore interesse se rapportati su base percentuale. In questo caso l’Italia sprofonda infatti alla 22esima posizione con circa 19 abbonamenti alla banda larga ogni 100 abitanti. Il Bel Paese è preceduto di poco dalla Spagna (20,8%) ed è seguito dalla Repubblica Ceca (17,2%). La vetta della classifica spetta alla Danimarca, con circa 37 abbonati al broadband ogni cento abitanti, seguita dai Paesi Bassi (35,8%) e dall’Islanda (32,8%). Fanalino di coda sono la Turchia, 7,8 abbonati ogni 100 e il Messico (7,2%).

oecd bb diff

I dati per l’Italia sono poco incoraggianti anche dal punto di vista della penetrazione del broadband su base annua, ovvero dall’aumento di abbonati ogni 100 abitanti. L’incremento netto da dicembre 2007 all’ultimo mese del 2008 è stato pari a 1,96 su 100 abitanti, dato che colloca il Bel Paese nella diciottesima posizione della classifica stilata dall’OECD. L’Italia è preceduta dall’Austria (2,06 ogni 100) ed è seguita in diciannovesima posizione dalla Polonia, aprono la classifica la Repubblica Slovacca, la Grecia e la Nuova Zelanda. Nelle ultime posizioni si collocano invece Islanda e Finlandia, i cui numeri crescono poco a causa di una sostanziale saturazione del mercato legato al broadband.

Oltre a valutare la diffusione della banda larga, l’OECD ne ha anche analizzato il costo medio su base mensile. In questo caso l’Italia si rivela uno dei paesi con gli abbonamenti meno costosi a parità del potere d’acquisto tra i 30 presi in considerazione dall’Organization for Economic Cooperation and Development. Un abbonamento al broadband in Italia costa mediamente 31,25 dollari, in linea con il prezzo di altri paesi in cui il broadband è maggiormente diffuso come Giappone e Finlandia. A parità di potere d’acquisto risultano molto più cari gli abbonamenti negli Stati Uniti, circa 45 dollari, fino a raggiungere i quasi 79 dollari necessari per un abbonamento mensile al broadband nella Repubblica Slovacca.

costo bb oecd

Nonostante i prezzi meno cari della media dell’area OECD, l’Italia sconta comunque una sensibile carenza nel numero di offerte disponibili per la banda larga. Per la sua indagine sui prezzi l’OECD ha potuto confrontare solamente 8 tipologie di abbonamento nel Bel Paese a fronte delle 36 in Nuova Zelanda e delle 71 in Australia.

L’OECD ha infine valutato la velocità media dichiarata dagli Internet Service Provider per le loro connessioni a banda larga. Il Giappone risulta essere il paese con il broadband più veloce, pari a circa 92mila kbps, seguito dalla Corea (80mila kbps) e dalla Francia (51mila kbps). L’Italia si colloca al di sotto della media OECD, pari a 17.412 kbps, con meno di 12mila kbps di velocità. Sul medesimo dato si attestano anche la Norvegia e la Svezia. Chiude la classifica il Messico con appena 1.500 kbps di velocità di connessione.

Dal rapporto stilato dall’Organization for Economic Cooperation and Development, il broadband italiano risulta ancora poco diffuso, nonostante i costi per la sua gestione su base mensile siano al di sotto della media dei paesi analizzati dall’organizzazione internazionale. Il comparto della banda larga nel Bel Paese risulta ancora poco concorrenziale e carente dal punto di vista del numero di offerte commerciali disponibili, dato che sembra condizionare le prestazioni medie sulla velocità delle connessioni offerte, ancora al di sotto della media.

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