Amazon paga le sue colpe a Toys 'R Us

Amazon e Toys 'R Us avevano un patto: Amazon avrebbe offerto i propri canali di ecommerce in esclusiva, mentre Toys 'R Us avrebbe offerto i propri prodotti cercati in tutto il mondo. Il tradimento di Amazon, però, ha determinato la fine della partnership
Amazon e Toys 'R Us avevano un patto: Amazon avrebbe offerto i propri canali di ecommerce in esclusiva, mentre Toys 'R Us avrebbe offerto i propri prodotti cercati in tutto il mondo. Il tradimento di Amazon, però, ha determinato la fine della partnership

La storia tra Amazon e Toys ‘R Us è finita. Definitivamente. Quello che era stato un fruttuoso feeling ad inizio decennio, infatti, è diventata una storia tumultuosa nel giro di pochi anni ed un conclamato tradimento ha portato al divorzio odierno. Tra le parti tutto si chiude con un assegno da 51 milioni di dollari ed il ricordo dei tempi che fuono.

Tutto inizia nel 1999, quando Toys ‘R Us si trova a vivere un difficilissimo Natale. Gli ordini provenienti con l’intento di portare in famiglia un regalo da mettere sotto l’albero, infatti, vengono evasi in clamoroso ritardo diventando inutili pacchetti arrivati al destinatario ben dopo la scadenza obbligata del 25 Dicembre. Il danno è grande ed il danno di immagine è incancellabile. A questo punto Amazon diventa il nome consolatore: le parti vedono colimare molti interessi, con Amazon interessata al brand Toys ‘R Us e quest’ultimo desideroso di accedere ai sistemi di ecommerce del gruppo amico.

Scorrono i primi mesi del nuovo millennio, scricchiola la borsa, cadono le Torri Gemelle, scoppia la bolla: ma l’unione tra Amazon e Toys ‘R Us rimane salda. I patti, però, prevedevano per Amazon una concessione esclusiva al partner della distribuzione di taluni prodotti. Nel momento in cui il patto iniziale è stato violato e Toys ‘R Us ha potuto verificare il tradimento, la caduta dei rapporti è stata immediata. Correva l’anno 2004 quando la denuncia è stata formalizzata, ma le scuse non sono bastate: Amazon, infatti, sosteneva che il partner non aveva tenuto in stock i prodotti esclusivi, il che toglieva dal marketplace oggetti amibi che così Amazon ha aperto alla fornitura di terzi. A nulla è però valso: nel 2006 un giudice ha confermato la colpa di Amazon e la caduta dei contratti, con Toys ‘R Us libera da Amazon e viceversa.

Amazon doveva però ancora pagare la propria colpa, e quest’ultima ha avuto infine quantificazione monetaria: 51 milioni di dollari. Per il gruppo trattasi comunque di una parziale vittoria legale: la denuncia iniziale chiedeva un risarcimento da 94 milioni, cifra fortemente ridotta nella sentenza definitiva.

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