YouTube e la nuova grafica della discordia

Non si placano le proteste degli utenti nei confronti della decisione di YouTube di rinnovare la grafica dei canali presenti sul suo portale. Il nuovo design non piace, così come non è stata gradita la scelta di rendere obbligatoria la migrazione
Non si placano le proteste degli utenti nei confronti della decisione di YouTube di rinnovare la grafica dei canali presenti sul suo portale. Il nuovo design non piace, così come non è stata gradita la scelta di rendere obbligatoria la migrazione

Non ha ricevuto una buona accoglienza da parte degli utenti l’intenzione di YouTube di modificare a breve l’aspetto dei suoi “Canali”. Annunciata la scorsa settimana, l’importante innovazione porterà progressivamente al trasferimento di tutti i Canali presenti sul portale verso un nuovo tema grafico, concepito per mettere maggiormente in evidenza i contenuti caricati dagli stessi utenti. Nonostante le numerose proteste, i gestori del famoso sito per il video sharing non sembrano essere determinati a fare retromarcia.

«Alcuni mesi fa, abbiamo lanciato il redisign dei canali di YouTube in beta. Centinaia di migliaia di utenti utilizzano ormai la nuova versione, e molti di voi hanno contribuito fornendo dei riscontri molto utili, aiutandoci a rendere i nuovi canali in beta più affidabili e veloci. […] Siamo ora pronti per lanciare il nuovo design dei nostri canali a un maggior numero di utenti» scriveva il product manager Brian Glick sul blog ufficiale di YouTube lo scorso 24 giugno. Il post sul nuovo aspetto dei canali ha rapidamente attirato diverse migliaia di utenti, che hanno inviato commenti molto negativi criticando la decisione di YouTube di rendere il nuovo design obbligatorio per tutti gli iscritti e non semplicemente per i nuovi abbonati al portale. In molti temono, infatti, che il nuovo look dei canali renderà più difficoltosa e meno immediata la navigazione all’interno dei contenuti pubblicati.

A differenza della precedente versione, la nuova grafica per i canali cerca di sfruttare al meglio il formato in 16:9 dei filmati, da poco adottato come impostazione predefinita da YouTube. I video da riprodurre vengono proposti sulla sinistra dello schermo, mentre in una colonna a destra trovano spazio i menu con gli altri filmati caricati dal proprietario del canale. La pagina continua poi nella parte inferiore con le informazioni sul profilo dell’utente, gli iscritti al suo canale e le attività recenti. Il nuovo design richiama dunque sensibilmente l’aspetto delle normali pagine dei video del portale, rendendo maggiormente omogenea la presentazione dei contenuti.

Le differenze rispetto alla versione precedente dei canali sono sensibili ed è probabilmente questo particolare a rendere inquieta una buona porzione degli iscritti a YouTube in possesso di un canale. Nonostante il portale per il video sharing abbia atteso a lungo prima di introdurre il nuovo tema grafico, coinvolgendo nel corso della fase beta gli utenti per ricevere consigli e suggerimenti per migliorare l’aspetto dei canali, gli iscritti non sembrano aver gradito la decisione di rendere obbligatoria la migrazione verso la nuova grafica.

Nonostante le critiche, anche feroci, i responsabili di YouTube sembrano essere determinati a proseguire lungo la strada tracciata nel corso delle ultime settimane. La conferma giunge direttamente da Brian Glick, che ha ammesso la presenza di alcuni utenti scontenti a fronte però di circa un milione di account passati volontariamente alla nuova versione: «Abbiamo iniziato a rendere i canali più personalizzabili e in grado di rispondere alle esigenze del proprietario e dei suoi video. Abbiamo raggiunto i membri della community e abbiamo creato una sezione apposita del blog. I loro input ci hanno aiutato a creare il nuovo design e continueremo a modificarlo seguendo il feedback degli utenti».

Nonostante le dichiarazioni di Blick, le proteste non sembrano placarsi. Il filmato illustrativo del nuovo design pubblicato dai responsabili di YouTube continua a raccogliere critiche molto negative e tra il 10 e il 14 luglio alcuni utenti ventilano la possibilità di mettere in campo un’azione dimostrativa, disertando il famoso portale per il video sharing. Un passo indietro da parte di YouTube appare comunque improbabile.

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