Pedofilia, internet e giornalismo

Su un comunicato di pochi giorni fa, pubblicato sul sito dell’Associazione Meter di Don Fortunato di Noto, si leggeva:

APPELLO AI GIORNALISTI ? Il fondatore di Meter lancia un appello: “Mi rivolgo ora ai giornalisti: aiutateci a non abbassare l’attenzione nei confronti di questo crimine, e chiediamo di chiedere che cosa veramente abbiamo trovato, quali profondità oscure dell’essere umano che è diventato disumano e di aiutarci a raccontare e a rendere pubblico un fenomeno che urge sempre più interventi legislativi, preventivi e formativi più mirati, maggiori risorse alle Forze nonché l’individuazione delle piccole vittime e maggiore educazione alla protezione dell’infanzia”, conclude.

Alla luce di quanto specificato all’interno del comunicato stesso, è forse utile chiedere ai giornalisti anche di evitare la vecchia tendenza a colpevolizzare la Rete per le attività pedofile che vi si scovano. Anzi, la Rete va premiata: è solo grazie al Web se certi fenomeni escono alla luce del giorno ed i responsabili possono così essere fermati.

I due appelli, uno affianco all’altro, possono generare un’era nuova: la Rete può far molto, ma si deve mettere da parte la superficialità dell’approccio odierno. Uno strumento va considerato per quel che è e adoperato per quel che serve: colpevolizzare la rete non è un modo utile per combattere la pedofilia. A meno che non si voglia usare la pedofilia per combattere la rete, ovvio…

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